Per Maria Lai il ricamo era uno spazio di libertà
Es Baluard presenta, con 110 opere e vario materiale documentario, la prima retrospettiva fuori dall’Italia dell’artista sarda, praticamente sconosciuta in Spagna

Es Baluard, il museo d’arte moderna e contemporanea di Palma di Maiorca, organizza la prima retrospettiva di Maria Lai (Ulassai, 1919-Cardedu, 2013) fuori dall’Italia. Le opere di Lai, figura di spicco dell’arte contemporanea italiana, ma praticamente sconosciuta in Spagna, hanno riscosso un enorme successo nella scorsa edizione della fiera Arco di Madrid dove la galleria M77 di Milano ha presentato i suoi lenzuoli ricamati. «La ricchezza del suo lavoro non risiede solo nei significati che ne emergono, ma nella molteplicità dei linguaggi che sviluppa: ricami, tessuti, libri, scultura, arte pubblica e relazionale, performance», spiega Imma Prieto, direttrice di Es Baluard e curatrice della mostra insieme a Maria Alicata.
Dal 12 maggio al 3 settembre la rassegna presenta 110 opere, dai disegni realizzati dagli anni Quaranta fino alla sua morte, oltre a materiale documentario inedito (fotografie, bozzetti, appunti, lettere...) proveniente dall’Archivio Maria Lai di cui si occupa la nipote dell’artista, Maria Sofia. Vengono esposti anche i suoi celebri libri cuciti e i telai che in gioventù disegnava e con gli anni arrivò a costruire in legno e in pietra, uno dei suoi materiali preferiti.
Nel percorso espositivo spiccano inoltre le opere dedicate a Gramsci e le fotografie dell’happening «Legarsi alla montagna» del 1981 in cui il filo, una costante della sua pratica artistica utilizzato sia nelle opere materiche sia negli interventi in spazi pubblici, lega l’esperienza degli abitanti del suo paese natale con la storia del territorio.
Non poteva mancare la sua produzione come scenografa e costumista per gruppi di teatro alternativi come Fueddu e Gestu. «Esponiamo le scenografie dello spettacolo “L’albero del miele amaro”, lunghe strisce di tela di due metri e mezzo che sono appese al soffitto come nella rappresentazione originale», precisa Prieto. Il cucito è il filo conduttore del percorso espositivo: «Nei suoi libri cuciti costituisce l’elemento di unione tra tradizione, arte e comunità, lasciando intravedere un tessuto di storie interconnesse», conclude la curatrice, ricordando che Maria Lai considerava il cucito e il ricamo come uno spazio di libertà e unione che permette alle donne di ripensare la storia e creare le proprie cosmogonie.