Per la prima volta è una Banca a possedere una casa d’aste
Banca Sistema diventa proprietario al 100% di Art-Rite. Obiettivo: sinergia per generare nuove fonti di ricavi

Art-Rite auction house, una delle più recenti case d’asta italiane, fondata nel febbraio 2018, passa di mano: Banca Sistema, attraverso la controllata Kruso Kapital spa, ha acquisito l’intero capitale della società Art-Rite srl, mantenendone immutato l’assetto. Attilio Meoli è confermato come amministratore delegato, nessun cambiamento per i dodici dipendenti.
La nuova proprietà è operativa da novembre e il debutto avviene con un’asta benefica «Banca Sistema Arte in collaborazione con Art-Rite e Salesiani pro Ucraina» il 5 dicembre, negli spazi della banca stessa, in largo Augusto 1, a Milano. Attiva solamente online negli anni della pandemia, Art-Rite ha raccolto nel 2021, con tredici aste e private sale, 2.022.000 euro, mentre nel 2020 il risultato di undici aste era stato 1.209.778 euro.
È la prima volta che un istituto bancario entra apertamente nel settore delle aste. Gianluca Garbi, amministratore delegato di Banca Sistema e presidente di Kruso Kapital, ha illustrato l’acquisizione partendo dall’osservazione che il nostro Paese ha una ricchezza personale tra le più alte in Europa, ma con molti asset e poco reddito è evidente che per mantenere il proprio stile di vita bisogna utilizzare parte del patrimonio personale.
«Abbiamo avuto fin da subito un interesse per tutta quella che è, in gergo tecnico, l’economia circolare: mettere in circolo cose esistenti per generare nuovo denaro che può generare nuove fonti di ricavi. La casa d’aste, soprattutto se come Art-Rite ha investito molto sul digitale, è uno dei tasselli importanti in questo quadro, e ha inoltre un vantaggio interessante per una banca: la capacità di generare commissioni. Noi siamo una banca quotata nel cosiddetto "specialty finance", facciamo attività di nicchia con alto ritorno. Una banca dà anche credibilità: sul prezzo, sulla crescita, sulla capacità di investimento, e quindi può attrarre sia i mandanti sia gli investitori. Per arrivare all’acquisizione di Art-Rite, che da un punto di vista strategico fa parte del nostro piano industriale, abbiamo impiegato quasi due anni, e abbiamo dovuto convincere Meoli a vendere».
Attilio Meoli ha un passato a metà tra arte e finanza: «Sono cresciuto fra gli anni ’80 e ’90 in Finarte quando era un titolo quotato in borsa. Con il ruolo di direttore finanziario mi occupavo anche dell’andamento del titolo e degli aspetti societari e amministrativi, insieme all’organizzazione della casa d’aste. Finarte era un istituto finanziario per l’arte ed erogava credito garantito da pegno in opere d’arte. La mia conoscenza di entrambi gli ambiti oggi facilita il rapporto col gruppo Banca Sistema».
In questa prospettiva Meoli spiega i progetti futuri della casa d’aste. «L’azione principale sarà quella di ampliare i dipartimenti, era già nei piani della società, e ora ritengo che questa strategia possa essere accelerata. Per quanto riguarda le private sale, il settore è in crescita nell’ambito di Art-Rite e saremo in grado di concludere azioni di valore significativo. Operiamo già in ambito di art advisory, abbiamo una collaborazione istituzionale con Banca Generali, e amplieremo i rapporti anche con nuovi istituti di credito».
Un rapporto quindi di mutuo ritorno: Banca Sistema investitore offre le sinergie di relazione, di capitale, di strumenti finanziari funzionali allo sviluppo e Art-Rite costruirà e porterà avanti il piano industriale con il proprio management. Conclude Garbi: «il confronto ci vuole sempre tra l’amministratore e l’azionista e ogni decisione dovrà ovviamente essere assunta in consiglio di amministrazione, ma non siamo noi il soggetto esperto d’arte e non ci sostituiamo al ruolo della casa d’asta».