Per l’interpretazione contro la pedanteria

Michele Dantini riflette sul ruolo critico delle discipline umanistiche

Patrizia Zambrano |

«Il trasferimento a Londra comportò inevitabilmente una crescente normalizzazione degli studi storico artistici nel senso di ciò che, se mi è possibile, vorrei chiamare uno stile cognitivo anglosassone. Questi studi diventarono più filologici sotto tutti i punti di vista, più monografici e istituzionali. Meno selvaggi. Personalmente mi trovo più a mio agio recuperando il 1930». Così Michael Baxandall commenta le conseguenze del trasferimento della Biblioteca Warburg da Amburgo a Londra nel 1933. Michele Dantini accoglie lo spunto di Baxandall non solo «recuperando il 1930», ma risalendo lungo il percorso dello sviluppo di quella tradizione culturale di cui lo studioso inglese fu l’ultimo protagonista e testimone. I primi cinque capitoli del libro sono infatti dedicati a Erwin Panofsky, Aby Waburg, Ernst Gombrich e al loro rapporto con la riflessione filosofica tardo ottocentesca e di inizio
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