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Le ultime inondazioni rischiano di uccidere Venezia come comunità vivente ancor più di quanto abbiano danneggiato i suoi edifici

L'acqua alta a Venezia
Anna Somers Cocks |

«Non è stata un'alluvione come quella di Firenze del 1966, che distrusse tutto ciò che incontrò. San Marco è come una persona che è stata esposta alle radiazioni. Il primo giorno non sembrano esserci problemi, ma poi i capelli e i denti cominciano a cadere».

Chi parla è Mario Piana, architetto responsabile della Basilica, in un intervento dopo la terribile alluvione della notte tra il 12 e il 13 novembre che ha riempito d’acqua la chiesa, e la sua orribile similitudine si applica anche all’intera città di Venezia. Non ci vuole molto per immaginare che cosa è successo alle case, ai negozi e alle chiese ora che le acque sono tornate, giorno e notte, notte e giorno, per una settimana consecutiva di «acqua alta».

Ma la similitudine di Piana rappresenta anche la condizione psicologica di Venezia. Il numero di residenti sta diminuendo di anno in anno: mentre si discute sulle cifre esatte, la
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© Riproduzione riservata La laguna di Venezia fotografa dal satellite
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