Per capire l’Islam guardiamo la sua arte

Giovanni Curatola |

Roma. Islam. Se ne parla molto, ultimamente, per evidenti ragioni storiche e politiche e anche per il forte impatto emotivo che le vicende di guerra nel Medio Oriente (Siria, Iraq, ma anche Yemen e Libia), hanno avuto sul mondo occidentale, con lo schiaffo delle distruzioni di Nimrud e Hatra (dopo il mai dimenticato sfregio di Bamyan) e con il fiato sospeso a cui siamo costretti dalla sorte di Palmira. Peccato, davvero peccato, non avere mai lo spazio per tentare un’analisi o un commento che non sia quello, legittimo e anche scontato, dello Sdegno con la maiuscola, purtroppo intriso di un concentrato di ipocrisia e di un intollerabile e insopportabile senso di superiorità occidentale da Fratelli Maggiori (che poi, a ben vedere, in tutte le religioni son quelli che hanno combinato i casini peggiori... lo sapeva bene Giovanni Paolo II): Noi, la civiltà, i custodi della Storia e del Bello, loro i nuovi barbari
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