Per Canova l'antico era «naturale come la vita stessa»

Il rapporto dell'artista veneto con il mondo classico al Mann

«Amorino con le ali», 1792-95, marmo (particolare). San Pietroburgo, Museo Statale Ermitage
Olga Scotto di Vettimo |  | Napoli

Un’importante e ricca occasione di studio e di approfondimento è la mostra «Canova e l’Antico» che indaga il rapporto tra l’artista veneto e il mondo classico, allestita nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Napoli dal 28 marzo al 30 giugno con più di 110 lavori, tra marmi, modelli e calchi in gesso, bassorilievi, modellini in gesso e terracotta, disegni, dipinti, monocromi e tempere.

Curata da Giuseppe Pavanello, supportata da un comitato scientifico internazionale, l’esposizione è copromossa dal Mibac-Museo Archeologico Nazionale di Napoli con il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo nell’ambito di un protocollo di collaborazione tra le due istituzioni.

La mostra, dunque, intende proporre un affondo sul rapporto di Canova con l’Antico, evidenziando la capacità dell’artista di rinnovarlo per conseguire l’autonomia e l’innovazione creativa, rigettando ogni forma di mera
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