Peggy Guggenheim, trent’anni da dogaressa

Il legame della collezionista americana con Venezia attraverso 60 opere

Peggy Guggenheim nella sala da pranzo di Palazzo Venier dei Leoni, anni '60. Nella nicchia della porta murata l'opera di Umberto Boccioni «Dinamismo di un cavallo in corsa + case» (1914-15). Fondazione Solomon R. Guggenheim. Photo Archivio Cameraphoto Epoche. Donazione, Cassa di Risparmio di Venezia, 2005
Federico Florian |  | Venezia

«Se c’è qualcosa che può rivaleggiare in bellezza Venezia, è il suo stesso riflesso al tramonto sul Canal Grande», disse Peggy Guggenheim, la gallerista e collezionista americana che nel 1947, due anni dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale, lasciò New York e la sua galleria Art of This Century per approdare a Venezia.

Il settecentesco Palazzo Venier dei Leoni, nel cuore di Dorsoduro, sarà eletto a sua dimora e qui vi resterà fino al 1979, l’anno del decesso. La memoria di Peggy resta vivida nelle sale del palazzo progettato da Lorenzo Boschetti, in quanto oggi sede della Peggy Guggenheim Collection: una collezione, quella personale di Peggy, che spazia dal Cubismo alle avanguardie internazionali del secondo dopoguerra, e costellata di capolavori assoluti, fra cui «Il Poeta» di Picasso e «La donna luna» di Pollock.

Per celebrare i 70 anni dal trasferimento della collezionista a
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