Palmira è ferita, ma rinascerà

Si cominciano a valutare i danni subiti dal sito in un anno di occupazione. Le prospettive per la sua ricostruzione

Stefano Luppi |

Palmira (Siria). Ora che il sito romano di Palmira, patrimonio mondiale dell’umanità Unesco, è stato liberato dal gruppo Stato islamico e pare essere completamente sotto il controllo dell’esercito ufficiale siriano occorrerà comprendere esattamente che cosa e quanto l’Isis ha distrutto. Secondo l’Osservatorio siriano dei diritti umani, organismo che ha sede a Londra, e secondo tante immagini, i danni sono stati ingenti anche se per fortuna l’umanità non ha perso tutti i resti di quel luogo per il quale ha dato la vita l'archeologo Khaled al-Asaad, 82 anni, direttore del sito che nello scorso agosto è stato decapitato dai miliziani dell'Isis. «La liberazione di Palmira, scrive l’archeologo Paolo Matthiae, apre uno scenario nuovo e complesso nella prospettiva dei restauri, della ricostruzione e della rinascita delle opere, dei monumenti, del museo della spettacolare perla del deserto fiorita
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione Le foto diffuse dal Dgam siriano mostrano lo stato di alcuni dei più importanti monumenti di Palmira dopo la liberazione
Altri articoli di Stefano Luppi