Particolare del restauro dei mosaici della Villa romana del Casale.

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Particolare del restauro dei mosaici della Villa romana del Casale.

Palermo, il Centro per il Restauro e il Centro del Catalogo di nuovo a rischio cancellazione

Silvia Mazza

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Palermo. Ci risiamo. In Sicilia si sta tentando di nuovo di cancellare il Centro per il Restauro (Crpr) e il Centro del Catalogo (Cricd), istituti omologhi di quelli Mibact. Il 30 marzo in commissione Bilancio dell’Ars è passata la soppressione, stralciata nella Legge di Stabilità dello scorso anno, che dovrà essere discussa la settimana prossima in aula per la manovra aggiuntiva, cosiddetta «mini finanziaria» (art. 7, c. 3). Con successivo decreto si dovrà, quindi, stabilire le modalità con cui le attività dei due centri, istituti con legge regionale 80/ 1977 e dotati di autonomia finanziaria (ben prima, tra l’atro, di quelli statali), «rientrano nelle competenze amministrative del Dipartimento BBCC» (art. 4). Il che già lascia non poche perplessità, trattandosi di organismi tecnico-scientifici, dotati di laboratori, che s’intende far afferire a una struttura, il Dipartimento, organizzativa e non certo tecnica. A ciò si aggiunga la schizofrenia di un Governo che vuole cancellare ciò che nello stesso tempo prevede di potenziare. In straordinaria contraddizione, cioè, con la recente proposta di riorganizzazione del Dipartimento stesso, nell’ambito della più ampia rimodulazione degli assetti organizzativi di tutti i Dipartimenti regionali (ddl 77 del 22 marzo 2016 Articolo 49, comma 1, della legge regionale 7 maggio 2015, n. 9), che oltre a introdurre i nuovi Poli museali, punta giusto sul rafforzamento del Crpr.

Nell’intervista del 10 ottobre 2015 l’allora assessore al ramo Antonino Purpura ci aveva spiegato che proprio a tale scopo era previsto il trasferimento al Crpr del servizio progettazione «per i grandi interventi e delle attività di progettazione da svolgere in funzione sussidiaria per i servizi periferici che, come mi è stato segnalato a più riprese, spesso manifestano carenze in questo campo. All’interno del Centro di Restauro viene anche inserita una unità operativa di base con compiti di coordinamento della ricerca, della formazione e dei rapporti con le Università e il Cnr. Viene anche spostato dentro il Centro la gestione del Reis (Registro delle Eredità Immateriali Siciliane), con l’obiettivo di favorire le iniziative di valorizzazione produttiva, oltre che turistico-culturale, degli elementi che vi sono registrati».

Sorte non nuova quella dei due Centri, dicevamo. Si era, infatti, già tentato di sopprimerli nel 2009, nella manovra correttiva per l'esercizio finanziario di quell’anno (cfr. Rapporto Restauro 2010, p. 6, allegato al n. 296, mar. ’10). E oggi come allora, Guido Meli, storico direttore del Crpr in pensione da oltre un anno, si è subito mosso con appelli alle istituzioni, in particolare al Presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. Sua la gestione che ha segnato la stagione d’oro dell’istituto (2001-2010), quando per importanza dei progetti, convegni e iniziative scientifiche era salito alla ribalta anche internazionale, mentre la storia più recente sembra essere quella di un inarrestabile declino per sostanziale insipienza di chi vi è stato posto a capo.


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Silvia Mazza, 03 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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