Palazzo Citterio: per me è un sabotaggio
Dal concorso al cantiere, la soprintendente Antonella Ranaldi spiega com’è andata
È un dialogo mancato, la causa della querelle su Palazzo Citterio tra la Pinacoteca di Brera (che fa capo al Mibac) e la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Milano, ufficio dello stesso Mibac? Ecco l’opinione della soprintendente Antonella Ranaldi.
Il direttore di Brera, James Bradburne, ha dichiarato di aver dovuto accettare il palazzo senza aver potuto verificare nulla. Com’è potuto accadere? Non c’erano stati contatti fra di voi durante i lavori di restauro?
Pochi mesi dopo il suo arrivo a Milano, a fine 2015, il direttore è venuto in cantiere su mio invito (i lavori erano iniziati a maggio) e, lui personalmente o i suoi architetti, hanno seguito il cantiere in ogni scelta di restauro: dai colori alle finiture, è stato tutto sottoposto e concordato. Ed è stato sollecitato il progetto espositivo, che già la precedente direzione di Brera aveva formulato in parallelo al progetto
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