Pagine preziose a Palazzo Pitti

Quaranta codici e pergamene illustrate dai maestri del Medioevo e del Rinascimento recuperati dopo il furto dal Nucleo Tutela del Patrimonio di Firenze

La mostra «Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri» nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti
Laura Lombardi |

Firenze. Rimandata per la pandemia ma riaperta il 24 giugno, «Storie di pagine dipinte. Miniature recuperate dai Carabinieri» nella Sala delle Nicchie di Palazzo Pitti a cura di Sonia Chiodo, ha il duplice intento di rendere nota la preziosa attività del Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale e di presentare una selezione di «casi di studio», codici e miniature provenienti da Toscana e Umbria, dal Duecento al Cinquecento, esemplari dei quali è stato possibile ricostruire le forme e la storia, nonostante i tagli e riduzioni per favorirne il commercio e la circolazione illegale.

In mostra fino al 4 ottobre troviamo pagine di importanti (anche se meno noti al grande pubblico) miniatori, come quelle della bottega del notevole Maestro di sant’Alessio in Bigiano a Pistoia, oppure altre appartenute a corali liturgici, oggi conservati a Montepulciano, trafugate da Santo Stefano al Ponte a Firenze. E se i codici di  Pacino di Bonaguida rivelano la modernità del linguaggio giottesco, ad ambito senese si riferiscono le  miniature dei francescani di Colle Val d’Elsa. Tra i recuperi più recenti quello dei corali della pieve di Castelfiorentino, ma importanti anche i ritrovamenti dei corali dell’abbazia benedettina di Monte Morcino, presso Perugia (già esposti una quindicina di anni fa da Maria Grazia Ciardi Duprè) o quelli dell’dall’abbazia di Monte Oliveto Maggiore presso Asciano.

Infine un ritorno a casa eccellente: il prezioso «Ufficio dei Morti» di Leone X Medici, unico recupero a beneficio di un privato, oggetto di uno studio approfondito per ricostruirne la paternità. La mostra, una sorta di «laboratorio di tutela» per la formazione dei funzionari delle Soprintendenze, si avvale del contributo di un gruppo di studenti della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte e del Dottorato in Storia dell’Arte e delle Attività Spettacolari dell’Università di Firenze. Nel catalogo sono state inoltre pubblicate le pagine ancora da ritrovare con l’auspicio che questo possa attuarsi quanto prima.

© Riproduzione riservata Maestro dell’Officium mortuorum di Leone X (attivo a Roma tra 1513 e 1520) Officium Mortuorum e Septem Psalmi Penitentiales, c. 1v tempera e oro su pergamena 1516-20 (post 1513) Firenze, collezione privata (già collezione Carlo De Carlo)
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