Paganini non ripete. Sgarbi sì

Giovanni Pellinghelli del Monticello |

Bologna. L’11 febbraio, alla conferenza stampa di presentazione della sua (discussissima) mostra «Da Cimabue a Morandi» dedicati all’eccellenza dell’arte bolognese, il curatore e ideatore Vittorio Sgarbi (ma pur di questo si potrebbe discutere, essendo progetto che circolava negli ambienti accademici bolognesi da tempi immemori, vero omaggio a Francesco Arcangeli) ha dato il meglio di sé.
Forse non avvertito di partecipare a una presentazione istituzionale con tanto di autorità pubbliche presenti e non di fare la consueta comparsata in uno dei talk-show o televisivi spettacoli circensi e gladiatorii a cui è ormai avvezzo e in cui le sue sceneggiate (offensive e tediose ormai anche per le deliziose esponenti del genere Capra Hircus) trovano l’unica ratio nei picchi Auditel. Perciò profluvi d’insulti, denigrazioni, disapprezzamenti da caserma e da latrina su chi aveva osteggiato e criticato la
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© Riproduzione riservata La «Fortuna» di Gian Andrea Sirani secondo Sgarbi sarebbe opera di Guido Reni
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