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Pad Paris salvato dal design contemporaneo

Marie Potard

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Il Pad Paris (Pad è il Pavillon des Arts et du Design) edizione 2016, che ha chiuso le porte il 3 aprile, festeggiava quest’anno il ventennale con 69 espositori

Per l’occasione un nome importante come quello di François Laffanour (della Galerie Downtown), che non aveva partecipato più da qualche anno, quest’anno è ritornato. Ma vi sono state alcune defezioni e, per riempire i posti rimasti vuoti, gli organizzatori hanno accettato l’ingresso di gallerie che non avevano il giusto livello qualitativo; alcuni di questi presentavano opere francamente di cattivo gusto.

In una rassegna così eclettica (con arti decorative del XX e del XXI secolo, arte moderna, oggetti etnografici e altro, a guadagnare terreno è stato il design contemporaneo (lo trattavano circa una ventina di gallerie), mentre quello storico faceva un po’ la figura del sopravvissuto. Alle ceramiche contemporanee è arriso invece un franco successo. In un simile, composito panorama, gli esiti sono stati molto disomogenei: mentre alcuni non hanno venduto nulla, altri hanno ceduto l’80% del loro stand.

Marie Potard, 11 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

Pad Paris salvato dal design contemporaneo | Marie Potard

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