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Lauren Greenfield, «Generation Wealth»: Ilona, a photographer and former model originally from Latvia, in the mezzanine library of her home, which so far contains only copies of a self-published book of her fashion photographs, Moscow, 2012

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Lauren Greenfield, «Generation Wealth»: Ilona, a photographer and former model originally from Latvia, in the mezzanine library of her home, which so far contains only copies of a self-published book of her fashion photographs, Moscow, 2012

Ossessionati dalla ricchezza

All'International Center of Photography di New York il progetto di Lauren Greenfield «Generation Wealth»

Chiara Coronelli

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New York. Più di duecento fotografie, una quarantina di interviste, slide show e documentari sono quanto l’International Center of Photography presenta fino al 7 gennaio sotto il titolo di Lauren Greenfield. La fotografa, filmaker e documentarista, nata a Boston nel 1966 e cresciuta a Los Angeles, con questa grande retrospettiva fa ritorno all’ICP dove nel 1997, dopo aver vinto lo Young Photographer Infinity Award, aveva tenuto la sua prima personale in una sede museale.
Da sempre impegnata intorno a temi come il consumismo la cultura giovanile e l’identità di genere, con «Generation Wealth» firma un progetto multipiattaforma che raccoglie 25 anni di ricerca sugli effetti pervasivi dell’ossessione per la ricchezza, sulla sua promessa di felicità. Come spiega la Greenfield, il lavoro «documenta uno spostamento sismico nei valori e nel significato dell’American Dream», mettendo a fuoco «il desiderio di ricchezza, e come questo diventi una forza trainante, e allo stesso tempo un obiettivo sempre più irrealizzabile per individui che provengono da tutte le classi sociali».

Il percorso si sviluppa in otto sezioni: il consumismo; il culto della celebrità e il mito di un’esistenza pfincipesca; la rincorsa della bellezza ad ogni costo; il sogno di possedere una casa che va oltre le proprie possibilità; i cambiamenti socioeconomici che incidono sull’identità; il documentario «The Queen of Versailles» (premiato al Sundance festival nel 2012 con il Best Director Award, suo quarto film dopo «THIN», «kids+money», «Beauty Culture») e la crisi internazionale che è seguita al lusso sfrenato dei primi anni Duemila; l’emergere delle élite cinese e russa; e la commercializzazione dell’edonismo targato Las Vegas.

Nei colori saturi delle sue immagini sono ripresi gli eccessi di un mondo avvolto su se stesso e indifferente al contesto globale in cui versa il pianeta, assorbito in un narcisismo imperdonabile. A volte umoristiche, più spesso irritanti fino all’oscenità, le sue fotografie, come i racconti registrati nelle interviste, rimandano superfici verniciate a festa per coprire un vuoto che sa di tragico e di fragilità, dove quello che conta è sembrare ricchi e famosi, e dove l’unico modello ammesso è una vita a cinque stelle. La rassegna, presentata lo scorso aprile all’Annenberg Space for Photography di Los Angeles, è accompagnata dalla nuova monografia Generation Wealth pubblicata da Phaidon, con 650 immagini a colori, e sarà a breve seguita dall’uscita dell’omonimo film distribuito da Amazon, atteso per questo autunno.

Lauren Greenfield, «Generation Wealth»: «Jackie and friends with Versace handbags at a private opening at the Versace store, Beverly Hills, California, 2007»

Lauren Greenfield, «Generation Wealth»: Xue Qiwen, 43, in her Shanghai apartment, decorated with furniture from her favorite brand, Versace, 2005

Lauren Greenfield, «Generation Wealth»: Ilona, a photographer and former model originally from Latvia, in the mezzanine library of her home, which so far contains only copies of a self-published book of her fashion photographs, Moscow, 2012

Chiara Coronelli, 02 ottobre 2017 | © Riproduzione riservata

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Ossessionati dalla ricchezza | Chiara Coronelli

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