Oltre 1,5 miliardi: record storico per la collezione di Paul Allen

Cifra da primato già per la prima tornata della vendita di opere appartenute al cofondatore di Microsoft. Fra i top lot Seurat, Cézanne e Klimt

Un particolare di «Large Interior, W11 (after Watteau)» (1981-83) di Lucian Freud. Cortesia di Christie's-1
Elisa Carollo |

Una visione dalla Polinesia firmata Gauguin.
Una foresta dorata di Gustav Klimt.
Un paesaggio psichedelico di David Hockney.
E una dolce Madonna col Bambino su un tondo firmato Botticelli.

La gran parte di noi ha incontrato questi nomi solo nei più importanti musei del mondo. E in effetti questi capolavori hanno viaggiato tra esposizioni e prestiti in istituzioni come il Lacma di Los Angeles, il Guggenheim o la Serpentine Gallery.

Questo prima di arrivare da Christie’s dove, nella serata del 9 novembre, sono stati battuti fra i 150 capolavori appartenenti alla Paul G. Allen Collection, in una rincorsa ogni volta sopra al milione, per un totale di 1,5 miliardi di dollari già nella sola vendita serale di mercoledì, da una stima totale di 1 miliardo per le due tornate, un record mondiale per una collezione privata all’incanto.

Alla sua morte nel 2018, Paul G. Allen era la 44esima persona più ricca del mondo, e una vera leggenda sia nell’ambito del collezionismo sia del mecenatismo in America, sebbene il più delle volte non volesse che il suo nome figurasse in occasione di importanti prestiti o donazioni. Insieme all’amico di scuola Bill Gates nel 1975 Allen aveva fondato Microsoft e avviato così la rivoluzione di internet, ma spesso aveva espanso i suoi investimenti anche in altri settori, diventando per esempio a 35 anni il proprietario più giovane di una squadra della Nba.

Anche nel suo collezionare fu in grado di spaziare e investire con grande occhio per qualità e potenzialità sulle più svariate categorie, mettendo insieme una collezione che copriva più di 500 anni di storia dell’arte. Non a caso Christie’s ha deciso di intitolare «Visionary: The Paul G. Allen Collection» quella che era una delle aste più attese della stagione.

Presentati in gran parte con stima su richiesta, la maggior parte dei veri capolavori era già coperta da garanzie. Secondo quanto commentato in un articolo uscito prima dell’asta su Bloomberg dal dealer Christophe Van De Weghe (che queste cifre le tratta giornalmente), al mondo c’erano al massimo 300 possibili candidati per questi capolavori che spesso rappresentano il sacro Graal per i singoli artisti. E «quando si tratta di qualità, ci sono sempre abbastanza miliardari che comprano» ha affermato, confermando che lui stesso avrebbe fatto offerte su «almeno» 6-7 lotti, per sé o per conto di clienti.

Fra i top lot (come fra i lavori preferiti da Allen) il capolavoro di Gustav Klimt, «Foresta di betulle» (1903) dalle prestigiose provenienza e pubblicazioni, aggiudicato dopo intensi minuti di rialzi in sala e al telefono per 91 milioni, appena sopra alla richiesta di 90. Altra opera molto amata da Allen è rappresentata dalla poetica visione di «La Montagne Sainte-Victoire» (1888-90) di Paul Cézanne, aggiudicata a garanzia per 120 milioni, formulata a partire da transazioni recenti solo nel privato, dato che non è mai passato in asta un lavoro di questo calibro di Cézanne del periodo di transizione fra Impressionismo e Cubismo.

In molti casi l’asta ha stabilito nuovi record, come ci si aspettava ad esempio per la rara Venezia di Manet, aggiudicata per 45 milioni esclusi i diritti, e l’enorme tela di Lucian Freud, «Large Interior, W11 (after Watteau)», 1981-83 volata a 75 milioni (prezzo di martello). Raro per il mercato, e subito apprezzato anche lo straordinario tondo di Botticelli, «Madonna del Magnificat», battuto per 42milioni (stima su richiesta, 40 milioni) come poi l’altrettanto unico Seurat, «Les Poseuses, Ensemble (Petite version)», aggiudicato per 130 milioni (stima di 100 milioni), nonostante le piccole dimensioni di soli 38 cm circa, giustificati dal fatto che ad oggi non erano mai passati in asta lavori comparabili per rilevanza e qualità.

Mantiene l’attenzione anche Canaletto, presente con una veduta di «Piazza San Marco, Venezia, verso la Basilica», aggiudicata per 8,8 milioni (da una stima di 5-7 milioni) mentre la veduta dal Canal Grande è stata aggiudicata per 10 milioni (da 2,5–3,5). Poche le donne presenti in collezione, ma di qualità, come le due opere di Georgia O’Keeffe che hanno più che duplicato le loro stime, battute rispettivamente per 10,4 milioni e 23 milioni.

L’asta procede con altri lotti milionari nell’asta diurna del 10 novembre, che comprende altrettanti capolavori e opere impegnative, come il monumentale Claes Oldenburg, «Typewriter Eraser, Scale X», che ha troneggiato davanti al Rockefeller nelle settimane antecedenti l’asta (5-7 milioni la stima).

Il ricavato dell’asta verrà destinato alla Paul G. Allen Family Foundation, che da più di 40 anni è impegnata a finanziare e sostenere il cambiamento riguardo alcuni dei problemi più rilevanti del nostro tempo, dal clima alla bioscienza.

© Riproduzione riservata «Les Poseuses, Ensemble (Petite version)» di Georges Seurat. Cortesia di Christie’s Images
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