Nuova luce sulla «Città illuminata»

Il restauro percettivo dell’Oratorio di Santa Maria in Solario a Brescia, che insieme a Bergamo sarà Capitale italiana della Cultura nel 2023

Il chiostro visto dall’esterno La croce di Desiderio Gli affreschi dell’abside L’aula inferiore
Ada Masoero |  | Brescia

Nel decennale dell’istituzione del sito Unesco «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)», Fondazione Brescia Musei e Comune di Brescia, in collaborazione con la Soprintendenza locale e con il sostegno dei Rotary Club Bresciani, hanno promosso il «restauro percettivo» dell’Oratorio di Santa Maria in Solario, magnifico edificio romanico incastonato nel monastero di Santa Giulia (di fondazione longobarda), sede dei Musei della Città.

Realizzato dall’architetto Laura Salvatore Nocivelli e dai light designer RPP La nuova luce, l’intervento avvolge con una nuova luce l’interno di questo edificio di ammaliante bellezza, tanto al livello inferiore, spoglio e scabro (ma con due tesori come la Lipsanoteca d’avorio del IV secolo e l’imponente sarcofago romano) quanto, e più ancora, nel magico ambiente superiore, affrescato da Floriano Ferramola (Brescia, 1478 ca-1528) con storie della Passione e delle vite dei santi, sotto una volta stellata che sovrasta al centro la superba Croce gemmata detta «di Desiderio», un capolavoro dell’oreficeria altomedievale, del IX secolo.

Frutto d’indagini laboriose e di confronti fra tecnici, restauratori, critici d’arte, storici e archeologi per individuare la giusta qualità e quantità di luce, la nuova illuminazione permette un’inedita lettura di tutte le componenti di questo edificio.

Al piano inferiore un fascio di luce intensa lungo le pareti perimetrali evidenzia la tessitura di pavimento e pareti, mentre valorizza anche la vetrina con la Lipsanoteca, e consente di leggere l’iscrizione con la dedica al dio Sole dell’altare romano reimpiegato come pilastro centrale dell’aula.

Percorrendo la scala scavata nello spessore delle mura, ora illuminata con una barretta led posta nel corrimano, si giunge all’aula superiore, per i cui affreschi è stata realizzata una duplice illuminazione, sviluppata secondo i diversi piani di proiezione delle scene.

A questi due «scenari luminosi» si aggiunge la nuova luce della teca della Croce, che resta sempre luminosa, pur senza interferire con gli altri elementi. Un intervento in perfetta sintonia, con il titolo di «Città Illuminata» che Brescia si è data per il 2023, quando con Bergamo sarà la Capitale italiana della Cultura.

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