Non guardate le perle, guardate il filo

Claudia Crosera |

Rita Auriemma, direttrice dell’Ipac, spiega com’è cambiata la gestione del patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia in questo ultimo anno

A poco più di un anno dalla sua nomina a direttrice dell’Ipac (Istituto per il Patrimonio Culturale del Friuli Venezia Giulia), Rita Auriemma, archeologa di origini abruzzesi formatasi a Roma, ricercatrice presso l’Università del Salento a Lecce, giunta in Friuli Venezia Giulia nel 1990 per una campagna di ricerca di archeologia subacquea a Grado, illustra il ruolo della Regione nella gestione del patrimonio culturale del territorio. 

Come valuta questo primo anno in Regione?

Intenso ma soddisfacente. Mancava in Regione un organismo di raccordo che fungesse da nodo/snodo per connettere le tante eccellenze esistenti, talora poco note o dimenticate. Abbiamo dato vita all’Istituto stabilendo le linee programmatiche sulla base di un approccio sistemico: non più
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