Nicolas Party dipinge all'antica

Nella casa museo più famosa di Milano l'artista svizzero ha concepito un percorso ispirato ai ritratti, alle nature morte e ai paesaggi che ha potuto ammirare nella collezione

Particolare di «Portrait with Pots» di Nicolas Party
Ada Masoero |  | Milano

Concepita nel 2020, ma poi rinviata dalla pandemia, dal 16 aprile al 27 giugno si apre nel Museo Poldi Pezzoli la mostra «Nicolas Party: Triptych», frutto delle visite compiute allora dall’artista svizzero nel museo milanese e delle riflessioni poi sviluppate intorno ad alcune sue opere. Muovendo dalle quali, Party (Losanna, 1980) ha realizzato un nucleo di dipinti che vi s’ispirano in modo più o meno trasparente, guardando ora ai volti, come nel «Ritratto d’uomo» (1502 circa) di Andrea Previtali, ora alla composizione, come nelle «Nature morte» di frutti quasi sfatti che riprendono l’impianto dell’angoscioso «Compianto» (1495-1500) di Sandro Botticelli, ora invece evocando i panneggi, come nei due ritratti ovali del trittico grandioso esposto nella Sala del Collezionista, in cui le vesti, drammaticamente modellate, si rifanno al «San Paolo» e al «San Gerolamo» (1482) di Bartolomeo Montagna.

La forma antica del trittico (omaggio a quello di Mariotto Albertinelli, 1500, e alla «Pace di Rivolta d’Adda», 1495 circa), è da lui utilizzata anche in cinque opere dipinte su un metallo come il rame, che conferisce alla sua pittura un nitore e una lucentezza da antico smalto. La mostra, realizzata con la Galleria kauffmann repetto, per il ciclo di rassegne biennali in cui artisti di oggi rileggono le opere del Poldi Pezzoli, è commentata da Arturo Galansino e dallo stesso artista che qui ha praticato i generi prediletti del ritratto, della natura morta, del paesaggio, nelle sue caratteristiche composizioni essenziali e dai colori espressivi, talora stesi, poi, con i pastelli, in omaggio all’amata pittrice e ritrattista Rosalba Carriera (1675-1757).

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