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«Paesaggio di campagna» di Vittorio Emanuele III di Savoia

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«Paesaggio di campagna» di Vittorio Emanuele III di Savoia

Nessun futuro di artista per il giovane Vittorio Emanuele

72 disegni inediti e mai esposti, scoperti in un fondo appartenuto agli eredi di un amministratore di casa Savoia, mostrano le scelte educative e il clima storico-culturale del momento

Graziella Melania Geraci

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Un ritrovamento del tutto fortuito in una collezione privata romana è all’origine di questo libro. 72 disegni, inediti e mai esposti, scoperti in un fondo, appartenuto agli eredi di un amministratore di casa Savoia, mostrano le scelte educative e il clima storico-culturale del momento, in riferimento all’insegnamento dell’arte, e nello specifico dimostrano di essere in anticipo rispetto alla formazione dei coevi italiani ma in linea con quanto avveniva in altri paesi europei.

I disegni eseguiti tra il 1881 e il 1888, quando Vittorio Emanuele aveva tra i 12 e i 19 anni, denotano una buona tecnica, affinatasi con il tempo, ma poca propensione all’arte creativa. Sono esercitazioni che testimoniano un puntuale e preciso lavoro di studi programmato, ma non un passatempo a cui il futuro sovrano si dedicava volentieri.

Fondamentale risulta l’analisi del tipo di educazione impartita al giovane Vittorio Emanuele dal suo precettore, il colonnello Egidio Osio, metodologia già oggetto di considerazione di una letteratura encomiastica o prevalentemente critica, come analizzato da Carmelo Cipriani nell’approfondito testo che accompagna i disegni.

Merito di Osio la decisione di affiancare all’insegnamento del disegno, che ormai era nei programmi di studio, quello della storia dell’arte, che invece solo all’epoca si stava dotando di una metodologia in area tedesca. Cipriani ripercorre i punti fondamentali di un percorso di studi e di vita del giovane principe e del suo rapporto con l’arte, passando anche attraverso i soggetti dei disegni quali simboli di tali eventi.

I disegni, tratti dalle opere del Ghirlandaio, di Filippo Lippi e di altri artisti del Quattrocento si riferiscono al periodo in cui l’insegnamento del disegno fu affidato al pittore Cesare Mariani; alcuni studi ripetuti, da cui si evince una propensione verso lo studio della natura, e le numerose dimore campestri sono probabilmente il frutto delle gite estive che affiancavano le visite ai musei, alle chiese, alle biblioteche e ai palazzi da cui Vittorio Emanuele avrebbe dovuto empiricamente avvicinarsi allo studio dell’arte: vicinanza che invece rimarrà priva di qualsiasi afflato creativo.

I disegni del Re. L’educazione all’arte di Vittorio Emanuele III di Savoia,
a cura di Carmelo Cipriani, 136 pp., ill. b/n e col., Gangemi, Roma 2021,€ 28

«Paesaggio di campagna» di Vittorio Emanuele III di Savoia

Graziella Melania Geraci, 22 novembre 2021 | © Riproduzione riservata

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