Nell’Habitat di Flashback mostre, incontri e un Vivarium

Tra le sue tante iniziative, il nuovo polo culturale ospita un’antologica di Sironi e un percorso sulla storia dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia

«Studio per Impluvium (Palazzo dell’Arte, Triennale di Milano)» (1933 ca), di Mario Sironi
Monica Trigona |  | Torino

Inaugurato in occasione delle fiere autunnali, Flashback Habitat, quartier generale di Flashback Art Fair e grande hub «dedicato a tutte le Culture Contemporanee», avvia il suo programma artistico con due percorsi che da una parte riflettono la volontà di coinvolgere direttamente le gallerie d’arte, dall’altra confermano quel legame tra arte e vita tra le righe della sua mission.

Gli ampi spazi dell’ex brefotrofio IPI fanno da suggestivo scenario a «Sironi disegnatore furioso. Opere e cenacoli 1901-1961» e a «Una vita migliore. Frammenti di Storie dell’Istituto per Infanzia della Provincia di Torino»: entrambe le mostre aprono al pubblico 21 aprile per terminare la prima il 28 maggio e la seconda il 20 luglio.

Curata da Simone Aleandri e Romana Sironi, con la consulenza di Fabio Benzi e la collaborazione dell’Archivio Mario Sironi di Romana Sironi, la mostra sull’artista di origine sarda è la prima del ciclo «Soloshowgallery», che, prevede di volta in volta una personale realizzata da una galleria. Quest’ultima, per l’occasione, è la romana Aleandri Arte Moderna.

Mario Sironi
(Tempio Pausania, 1885-Milano, 1961) è stato una figura centrale del Novecento. In termini storico artistici, la sua ricerca ha seguito l’evoluzione della creatività italiana per quasi mezzo secolo, dalla pittura di matrice futurista a quella metafisica, dal Realismo magico di Novecento fino all’astrazione e all’arte informale.

Dopo la seconda guerra mondiale, la sua figura è stata trattata con una certa circospezione a causa della sua convinta adesione al regime fascista, ma questo non toglie nulla all’innegabile talento che ne ha contraddistinto la ricchissima e varia produzione. Opere grafiche, disegni a matita, china e tempere dal forte impatto visivo, racconti mitici e strumenti di propaganda, ne ripercorrono l’intera vicenda artistica, a partire dagli anni romani sino alla maturità «milanese», suddivisa in una dozzina di sale allestite cronologicamente.

In mostra, non solo Sironi ma anche autori che ne hanno condiviso gli ambienti e le aspirazioni come Giacomo Balla, Duilio Cambellotti, Giovanni Prini, Umberto Boccioni, Gino Severini e Giacomo Balla così come esponenti del Gruppo Novecento di Margherita Sarfatti, legati tra loro da un comune senso di «ritorno all’ordine».

Il percorso è arricchito da focus: una sala è dedicata alla Grande Guerra, una alla figura di Marcello Piacentini, architetto e urbanista romano, promotore, con il nostro, della pratica pittorica murale, e una a un originale confronto fra Mario Sironi e il maestro della Transavanguardia Enzo Cucchi «a sottolineare le affinità segniche e la ricaduta che il “furioso” gesto grafico sironiano ha avuto e ha sull’arte contemporanea».

La seconda esposizione, a cura di Alessandro Bulgini, artista e direttore di Flashback Habitat, in collaborazione con la Città Metropolitana di Torino, rende omaggio alla sede di Flashback Habitat, Ecosistema per le Culture Contemporanee, ripercorrendone la storia e le vicende a essa legate. Il grande complesso ottocentesco sito nel verdeggiante quartiere collinare di Borgo Crimea, un tempo ospitava l’Ipi (Istituto Provinciale per l’Infanzia), brefotrofio di Torino.

Inaugurata nel 1958 dal Presidente Gronchi, la struttura ha ospitato ogni anno circa trecento bambini e bambine in attesa di adozione. Le storie di chi ha vissuto in vario modo quella triste ma necessaria realtà (bambini, tate, dipendenti) rivivono attraverso racconti resi direttamente dai protagonisti o documenti raccolti negli archivi storici dell’allora Provincia di Torino. Il risultato è «un affresco complesso, umano, sociale e soprattutto artistico, che valorizza le vite di ognuno rendendole opera d’arte, nello spirito e nella poetica di Flashback Habitat».

I programmi futuri di Flashback Habitat prevedono«I martedì critici»,a cura del critico d’arte Alberto Dambruoso, incontri d’approfondimento sulla pratica artistica di autori piemontesi, Monica Carocci, Daniele Galliano, Luigi Mainolfi e Paolo Mussat Sartor e la collocazione della prima opera d’arte del progetto «Vivarium»che prevede interventi nel grande parco ottocentesco: dal 21 aprile è la volta dell’opera «Serie Zero» (2018) di Paolo Grassino.

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