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Melania Lunazzi
Leggi i suoi articoliSi è conclusa a giugno con l’importante scoperta del teatro romano la campagna di scavi del Dipartimento di Beni culturali dell’Università degli Studi di Padova nel settore occidentale dell’antica città romana di Aquileia
Si tratta di un muro curvilineo dal quale si diparte una serie di cinque muri disposti a raggiera, quelli che sostenevano la cavea, ovvero gli spalti del teatro stesso. La scoperta è in realtà la conferma di ipotesi già avanzate durante le campagne di scavo intraprese da Luisa Bertacchi, la ex direttrice dei musei aquileiesi scomparsa nel 2011, la quale aveva individuato una parte delle strutture portate alla luce oggi nella stessa area.
«Le strutture che aveva individuato la Bertacchi, spiega Andrea Ghiotto dell’Università di Padova, che ha condotto i lavori e le indagini preliminari insieme con Rita Deiana e con gli studenti dello stesso ateneo, erano state messe in relazione con ritrovamenti epigrafici e con indizi toponomastici che convergevano, come il toponimo di età medievale “Zadris”, che potrebbe essere la continuazione del toponimo antico di teatrum».
Il teatro, che nelle ipotesi ha un diametro di 115 metri e fondazioni in laterizio e pietra, è delimitato a nord dal grande edificio del circo e a sud dal grande impianto termale che sta scavando l’Università degli Studi di Udine, accanto all’anfiteatro, e per questo la zona è stata denominata convenzionalmente «quartiere degli spettacoli».
Gli scavi del teatro si sono protratti per un mese e sono stati interamente finanziati, con 10mila euro, dalla Fondazione Aquileia, che nei prossimi mesi deciderà, di concerto con la Soprintendenza e la stessa Università, come procedere e in che modo valorizzare quanto fino a oggi emerso.
L’insieme del «quartiere degli spettacoli», afferente al cosiddetto Fondo ex Comelli, fa parte di un’area di programmazione di scavi che la Soprintendenza archeologica del Friuli Venezia Giulia e la Fondazione Aquileia hanno affidato alle ricerche degli atenei già menzionati affiancati, per quanto concerne l’anfiteatro, dall’Università di Verona, che ha iniziato gli scavi il 7 luglio.
E proprio il 20 luglio scorso è giunta la notizia della scoperta di una platea di fondazione dello stesso anfiteatro, larga quasi quattro metri. Accanto a questa sono affiorati i resti di uno dei pilastri della seconda galleria ellissoidale, in parte già emersa nel settore orientale dell’edificio durante gli scavi ottocenteschi e uno dei muri radiali che sostenevano le gradinate per il pubblico. Nei prossimi mesi se ne potranno conoscere meglio ampiezza e dimensioni.
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