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Nel giardino archeologico

Anna Costantini

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Aperto il percorso coperto di collegamento tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi su Strada Nuova a Genova

Nuovo appuntamento con i «Rolli Days» il 28 e il 29 maggio, dopo il successo registrato nell’edizione di aprile con circa 90mila visitatori in due giorni. A dieci anni di distanza dall’iscrizione del sistema dei palazzi nobiliari genovesi (i Rolli, appunto) nella lista Unesco del Patrimonio dell’Umanità, il Comune di Genova aggiunge un nuovo tassello al percorso di visita dei Musei di Strada Nuova: il 27 maggio si inaugura il nuovo collegamento tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi, diretto e interamente coperto. «Non si tratta solo di una sistemazione dovuta del passaggio già aperto in occasione della celebrazione di Genova 2004, Capitale europea della Cultura, racconta Raffaella Besta, conservatore dei Musei di Strada Nuova, ma di un itinerario di approfondimento che permetterà di raccontare la presenza sopravvissuta di un vero e proprio “fantasma” architettonico, quello della chiesa e del convento di San Francesco di Castelletto, uno dei più importanti complessi medievali della città». 

Edificata a partire dal 1255 e rimasta integra fino agli inizi del XIX secolo, la chiesa conservava un importante patrimonio, tra cui i frammenti del monumento funebre per Margherita di Brabante, moglie dell’imperatore Arrigo VII, di Giovanni Pisano, oggi conservati presso il Museo di Sant’Agostino. Il nuovo collegamento, realizzato dalla Direzione Lavori Pubblici del Comune, con il progetto di musealizzazione a cura dello studio di Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni di Brescia, restituisce alla città un inconsueto spazio incastonato, al di sopra del giardino di Palazzo Bianco, tra le testimonianze architettoniche più distanti: dalle arcate della navata sinistra della chiesa medievale di San Francesco ora inserite in un edificio popolare di primo Ottocento, ai nuovi uffici comunali di Franco Albini costruiti negli anni Cinquanta, all’ascensore Liberty amato dal poeta Giorgio Caproni. «Abbiamo ripristinato una delle caratteristiche peculiari di palazzi di Strada Nuova, continua Besta: quella di avere un giardino che asseconda il pendio naturale della collina presente sul retro degli edifici».

Il nuovo collegamento tra Palazzo Bianco e Palazzo Tursi diventa così un giardino archeologico, con il «racconto» della chiesa di San Francesco di Castelletto attraverso le sue sopravvivenze architettoniche, i reperti lapidei della costruzione, l’informazione sul patrimonio che conteneva e anche l’area di scavo delle sepolture dei frati francescani che abitavano il convento, ora visibili attraverso il pavimento vetrato del percorso. 

Anna Costantini, 13 maggio 2016 | © Riproduzione riservata

Nel giardino archeologico | Anna Costantini

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