Negli Stati Uniti polemiche a non finire intorno ad opere d’arte pubblica

Hank Willis Thomas e Anish Kapoor sono nell’occhio del ciclone per due sculture monumentali ritenute di dubbia qualità

Il monumento celebrativo di Martin Luther King Jr. eseguito da Hank Willis Thomas a Boston
Ben Luke |  | Boston

«The Embrace», il monumento in onore di Martin Luther King Jr. e di sua moglie Coretta Scott King realizzato dall’artista Hank Willis Thomas con il gruppo MASS Design sulla base di una fotografia della coppia abbracciata, è stato inaugurato in gennaio sul Common, il parco cittadino nel centro di Boston. Ma Seneca Scott, un cugino di Coretta, ha scritto con sdegno che sembra «un paio di mani che abbracciano un grosso pene».

Un dibattito simile aveva accolto il completamento a New York, dopo molti anni di ritardo, dell’ultimo «globulo specchiante» di Anish Kapoor, soprannominato «mezzo fagiolo» o «mini fagiolo», in confronto al suo monolite molto più grande, «Cloud Gate» (2004), realizzato a Chicago. L’opera newyorkese si trova incuneata alla base di un condominio, il 56 Leonard, progettato da Herzog & de Meuron e noto come Jenga Tower.

Su «ARTnews», Alex Greenberger ha descritto la scultura come «il cugino pacchiano e fast-fashion della sua controparte couture di Chicago», mentre un editoriale del «Chicago Sun-Times» ha dichiarato che «Cloud Gate» è «il fagiolo migliore», che aggiunge «un po’ di munizioni nuove nella guerra culturale in corso tra Chicago e New York».
L’ultima scultura pubblica di Anish Kapoor inaugurata dopo 4 anni di lavori a Manhattan, New York. Foto Iwan Baan
L’arte pubblica è spesso lodata per aver portato l’arte fuori dagli spazi sacri delle gallerie, o dalle pagine culturali alle prime pagine dei giornali, e per aver invitato tutti a guardarla e a esprimere le proprie opinioni. Ma è anche diabolicamente difficile da realizzare, tanto più che spesso è destinata a essere permanente e costa cifre da capogiro.

Non è un caso che molti progetti pubblici di successo siano stati temporanei, sia nei programmi del Creative Time e del Public Art Fund negli Stati Uniti, sia sul Fourth Plinth di Trafalgar Square a Londra. L’impermanenza libera gli artisti e permette di rischiare di più. Ma anche qui ci sono problemi. Un reportage del «Guardian» ha rivelato che tre quarti delle ex commissioni per il Fourth Plinth sono chiuse nei depositi, indesiderate e con costi di conservazione enormi, mentre i giorni in cui avevano acceso il dibattito sono solo un ricordo.

Ciò che conta di più nella scultura pubblica è la sua capacità di mantenere il proprio potere e significato al di là della sua immediata presenza fisica. Questo è vero per «Cloud Gate»: ha effetti specifici per il sito, ma li trascende anche nell’immaginazione delle persone. Il fatto che il suo fratello minore di New York sia spinto sotto un edificio di lusso è una metafora azzeccata, perché è inscindibile dagli appartamenti che lo sovrastano, uno dei quali sarebbe stato acquistato dallo stesso Kapoor nel 2016 per 13,6 milioni di dollari. Come può l’arte essere trascendente e parlare a un pubblico ampio, in mezzo a un’abbondanza così vistosa?

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