Negli scaffali dei Gesuiti il Codice Resta
A vent’anni dall’inizio dei lavori di restauro ha riaperto agli studiosi in febbraio la Biblioteca Comunale ricca di un patrimonio di circa 370mila unità tra libri, manoscritti e incunaboli che documentano la storia e la cultura siciliana fin dal Medioevo
L’istituzione diretta da Eliana Calandra è stata oggetto di un primo lotto di lavori tra 1997 e 2005, per un importo di 5.640.000 euro, e un secondo, avviato nel 2009 e appena concluso, finanziato con 4.435.000 euro dalla Regione Siciliana e dal Comune di Palermo.
Fin dal 1767 la Biblioteca ha sede all’interno della ex Casa Professa dei padri Gesuiti, dove era stata trasferita in seguito all’espulsione dell’Ordine dal Regno. Tra gli ambienti del piano terra riaperti dopo il restauro che ha riguardato anche i libri e gli arredi: di particolare pregio la Sala Amari, destinata ai libri preziosi e rari, con le librerie barocche in legno di abete dipinte a imitazione di marmi mischi. Qui sono custoditi importanti codici medievali, come il Martirologio della prima metà del XII secolo e il cosiddetto Codice Speciale, una raccolta di privilegi concessi alla città da Federico II a Giovanni d’Aragona, ma
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)