Musealia Americana | Vizcaya Museum

Viaggio negli Stati Uniti alla scoperta di musei poco noti in Italia. Miami, Florida

Vizcaya Museum & Gardens, Miami. Prospetto principale
Thomas Clement Salomon |  | Miami

Fu a Villa Vizcaya, nel quartiere di Coconut Grove, nella baia di Biscayne, che il 10 settembre 1987 il presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan accolse il pontefice Giovanni Paolo II nella prima visita di un papa a Miami. E chissà quanto sarebbe stato fiero il magnate  americano James Deering (1859-1925), sapendo che quell’angolo di paradiso in Florida, sua residenza invernale dal 1916 al 1925, sarebbe stato frequentato e ammirato persino da capi di Stato e pontefici.

Aperta al pubblico come Vizcaya Museum nel 1953, la lussuosissima villa ha ospitato negli ultimi decenni diverse manifestazioni anche di carattere politico.
Dichiarata monumento nazionale e iscritta nell’elenco del National Historic Landmark nel 1994, fu fatta costruire tra il 1914 e il 1922 da un poco più che cinquantenne James Deering per godere del sole e del clima mite del sud della Florida, di grande beneficio per contrastare l’anemia perniciosa da cui era affetto.

Il magnate trascorse il suo primo periodo in villa nel Natale del 1916, raggiungendola con una delle sue lussuose imbarcazioni, il «Nepenthe». Deering amava andare in barca e possedeva tre yacht. La sua fortuna derivava soprattutto dal successo della Deering Harvester Company, azienda di sua proprietà  specializzata nella produzione di macchinari agricoli.

Vizcaya è il nome spagnolo della provincia basca della Biscaglia, ma la ragione per cui Deering lo scelse è la mitica figura di Bel Vizcaya (all’anagrafe Sebastiàn Vizcaìno 1548-1624), militare, esploratore e diplomatico spagnolo che il facoltoso industriale riteneva avesse esplorato la zona. Per questo ad accogliere il visitatore all’ingresso della proprietà c’è la statua di Bel Vizcaya e come simbolo della Villa è stata scelta una caravella, l’imbarcazione delle grandi esplorazioni.

La residenza di Deering fu concepita come una reinterpretazione subtropicale di una villa veneta del Settecento. Ideata dall’architetto Paul Chalfin, si rifà alla Villa Rezzonico di Bassano del Grappa progettata da Baldassarre Longhena.

Nonostante lo stile architettonico anticheggiante, Deering dotò la villa di tutte le funzionalità più moderne dell’epoca, tra cui generatori, sistemi di filtraggio dell’acqua, riscaldamento, frigoriferi, montacarichi, una lavanderia automatizzata e due ascensori.

Oggi Vizcaya è un’oasi di pace conservatasi intatta, immersa nel verde in contrasto con il moderno skyline di Miami. Il cortile, un tempo a cielo aperto, è il cuore della villa, edificata sia con pietre locali sia con pregiati materiali di provenienza europea. La facciata più monumentale è quella rivolta a est, l’unica simmetrica della struttura: Deering voleva che la villa fosse di grande impatto per chiunque arrivasse dal mare.

Il prospetto a nord si rispecchia nella piscina e quello a sud negli incantevoli giardini. La facciata ovest è invece molto semplice, anche rispetto alla ricchezza degli arredi custoditi negli ambienti interni: oltre settanta lussuose sale con dipinti, ceramiche, sculture, arazzi e decine di mobili e oggetti d’arte europea.
Tutti gli ambienti furono concepiti intorno alle opere d’arte, per lo più acquistate in Italia e disposte secondo le scelte di Paul Chalfin, design director a capo dei lavori in collaborazione con l’architetto F. Burral Hoffman.

Al primo piano, una loggia coperta collega i giardini al cortile. In essa, sotto un soffitto decorato con motivi classici, la pavimentazione in marmi policromi è una reinterpretazione della tecnica romana dell’opus sectile. Sempre in marmo, sulla parete sinistra, un imponente camino fronteggia un trapezoforo, sul quale è esposta una copia del «Satiro danzante» ritrovato nella Casa del Fauno a Pompei.

Ancora al primo piano sono situate la Biblioteca, la Stanza della musica e la Sala da pranzo che circondano il cortile. Al secondo piano si trovano invece diverse camere da letto (anche per ospiti), la cucina e una monumentale sala per la colazione decorata con sculture e ceramiche orientali. Particolarmente sontuosa inoltre la sala da bagno utilizzata da Deering, con gli opulenti marmi della vasca da bagno e delle pareti decorate in stile neoclassico.

I giardini, anch’essi ispirati a quelli del Vecchio continente, sono tra i più spettacolari d’America. Lo stile deriva dai parchi realizzati in Italia e in Francia tra XVII e XVIII secolo. Sono opera dell’architetto paesaggista Diego Suarez che progettò, tra gli altri,  il parco di Sir Harold Acton a Villa La Pietra fuori Firenze.
Il verde è intervallato da elementi architettonici, fontane e sculture antiche. Particolarmente evocativo il giardino segreto, ma spettacolari anche il Theater Garden, il Maze Garden e il Fountain Garden.

Deering coltivava diverse varietà di fiori e volle concepire i giardini in base alla diversità delle essenze arboree, anche se pare che l’architetto Paul Chalfin non fosse d’accordo. Tra i fiori preferiti dal padrone di casa: le gardenie, l’ibiscus e le orchidee. Queste ultime, apprezzate anche da Chalfin, furono coltivate in gran numero ed esposte su diversi alberi nell’area nord della residenza.

Tra gli episodi da segnalare, infine, l’eclatante furto che nel 1971 privò l’istituzione museale di opere d’arte e argenti per un valore di circa 1,5 milioni di dollari. Solo una parte della refurtiva fu in seguito recuperata in un appartamento newyorkese.

MUSEALIA AMERICANA
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© Riproduzione riservata Vizcaya Museum & Gardens, Miami. Veduta dei giardini Vizcaya Museum & Gardens, Miami. Fontana nei giardini Vizcaya Museum & Gardens, Miami. Il giardino segreto Vizcaya Museum & Gardens, Miami. Salone interno Vizcaya Museum & Gardens, Miami. Facciata sud
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