Musealia Americana | Nelson Atkins Museum

Viaggio negli Stati Uniti alla scoperta di musei poco noti in Italia. Kansas City, Missouri

Guanyin del Mare meridionale, Nelson-Atkins Museum of Art, Kansas City, acquisto William Rockhill Nelson Trust
Thomas Clement Salomon |  | Kansas City

Le strategie delle principali istituzioni museali dovrebbero tendere sempre a una maggiore inclusività. In tempi di Covid-19 i musei di tutto il mondo stanno ridisegnando le modalità di fruizione da parte del pubblico ma, in tema di coinvolgimento, il Nelson Atkins Museum di Kansas City è andato oltre.
Da quando l'istituzione ha chiuso i battenti a causa della pandemia nessuno si sarebbe aspettato che ad ammirare le meraviglie custodite al suo interno sarebbero stati dei pinguini. Ebbene sì, in pieno lockdown tramite i suoi canali social il museo ha pubblicato un video in cui tre teneri, ma un po' goffi, pinguini di Humboldt provenienti dallo zoo della città si aggirano meravigliati tra le sale vuote del museo.

In condizioni di sicurezza per le opere e per gli uccelli, i responsabili del giardino zoologico hanno sorvegliato i tre pinguini, Maggie, Bubbles e Berkley, mentre vagavano tra i capolavori come veri «flâneurs»: una trovata mediatica, un esperimento per studiare le reazioni degli animali dinanzi alle opere d'arte, sicuramente una spiritosa iniziativa che ha acceso i riflettori sul museo americano.

Si tratta solo dell'ultima interessante idea messa in atto da Juliàn Zugazagoitia, direttore e ceo dell'istituzione statunitense che, dalla sua nomina nel 2010, è riuscito a raddoppiare il numero dei visitatori del Museo portandoli da circa 300mila ai 600mila di oggi. Zugazagoitia ha riferito che «i pinguini hanno reagito molto meglio davanti a Caravaggio che non a Monet».

Una delle icone del Nelson Atkins Museum, ammirata oltre che dai fortunati pinguini anche dai 400mila visitatori della mostra milanese del 2017 «Dentro Caravaggio», è la più intima delle quattro versioni del «San Giovanni Battista» realizzate dal Merisi.

Dipinta intorno al 1604 per il banchiere genovese Ottavio Costa, la tela raffigura il Santo Precursore avvolto nel consueto manto rosso caravaggesco che siede riflessivo come un adolescente d'oggi appoggiato al suo motorino. Il giovane emerge lucente da uno sfondo ombroso, quasi buio, costellato di foglie di quercia. L'opera venne acquistata con lungimiranza dal museo nel 1952, epoca in cui le altre istituzioni americane ricercavano sul mercato dipinti rinascimentali piuttosto che del Seicento.

Soprannominata City of Fountains per via delle sue duecento fontane che la rendono, dopo Roma,  la città con più scrosci d’acqua al mondo, Kansas City, nel Missouri, vale la pena di essere visitata anche solo per il Nelson Atkins Museum of Art, inaugurato nel 1933 per volontà dell'editore William Rockhill Nelson e dell'insegnante Mary Atkins che nutrivano entrambi il sogno di realizzare un grande museo per la città. Sin dalla sua nascita, l'istituzione ha portato avanti una costante campagna di acquisizioni di opere d'arte.

Oggi custodisce oltre 35mila opere d’arte e conta circa 600mila visitatori all'anno. In aggiunta all'originaria e imponente struttura neoclassica, questi importanti numeri hanno reso necessaria l'edificazione di una nuova ala del museo, realizzata dallo studio architettonico Steven Holl Architects e inaugurata nel 2007.

Il dipartimento dedicato all'Arte Asiatica rappresenta il nucleo più importante di tutte le collezioni. In esso si possono ammirare sculture in pietra e bronzo, disegni, dipinti delle culture Hindu e Buddhista, manufatti realizzati in Pakistan, Afghanistan, Nepal, Tibet, Cina e Giappone dal III secolo a.C. al XIX secolo d.C. All'interno del percorso espositivo sono presenti anche sezioni dedicate all'Africa e all'Oceania e un dipartimento di Antichità con manufatti egizi e di arte greca e romana.

La pittura europea è ben rappresentata, a partire dal Trecento, con una selezione di fondi oro italiani. Per il secolo successivo risultano particolarmente interessanti le due tavole raffiguranti la Vergine con Bambino dipinte rispettivamente da Petrus Christus e da Hans Memling tra il 1460 e il 1470. Intrigante è la piccola tavola sulla quale Hieronymus Bosch ha dipinto la «Tentazione di Sant'Antonio» tra il 1500 e il 1510. Nell’ambito della pittura del Cinquecento il «Giudizio Universale» e «Le Tre Grazie» di Lucas Cranach il Vecchio testimoniano al pubblico di Kansas City le differenze di approccio della scuola nordica rispetto ad artisti italiani quali Tiziano rappresentato dal «Ritratto di Antoine Perronet de Granvalle» o Agnolo Bronzino presente con il «Ritratto di giovane uomo». Le differenze che possono apparire ovvie ai cultori d'arte in Europa, non lo sono per il vasto pubblico americano, la cui patria, ai tempi di Cranach e Tiziano era da poco stata scoperta.

Proseguendo cronologicamente, oltre al «San Giovanni Battista» di Caravaggio, la collezione vanta opere di El Greco, Rubens, Rembrandt, Frans Hals, Ribera, Zurbarán, Poussin fino ad arrivare alle vedute di Canaletto e Francesco Guardi.
La sezione dedicata all'Impressionismo custodisce importanti dipinti di Mary Cassatt, Berthe Morisot, Camille Pissarro, tra cui spicca una tela di oltre 4 metri di larghezza sulla quale, dopo il 1916, Claude Monet ha dipinto una versione delle sue celebri «Ninfee».
Le gallerie dedicate all'arte americana custodiscono opere dal XVII secolo fino alla seconda guerra mondiale.

In linea con il motto di Benjamin Franklin «Raccontami e io dimenticherò, insegnami e potrei ricordare, coinvolgimi e io imparerò» il Nelson Atkins Museum di Kansas City ha certamente raggiunto l'obiettivo primario del suo piano strategico quinquennale divenendo il luogo dove il potere dell'arte coinvolge lo spirito della comunità.

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