Musealia Americana | Legion of Honor Museum

Viaggio negli Stati Uniti alla scoperta di musei poco noti in Italia. San Francisco, California

Claude Monet_Ninfee_Fine Arts Museums of San Francisco
Thomas Clement Salomon |  | San Francisco

Il Legion of Honor Museum, che fa parte dei Fine Arts Museums of San Francisco, è la più affascinante istituzione museale della metropoli californiana. Edificato per commemorare i compatrioti caduti nella prima guerra mondiale è situato in cima a una collina del Lincoln Park, un polmone verde da cui si godono meravigliose vedute della Baia di San Francisco, del celeberrimo Golden Gate Bridge e dello skyline della città.

Nel 1924 l'edificio venne donato alla comunità da Alma de Bretteville Spreckels, moglie del magnate dello zucchero Adolph B. Spreckels. Gli architetti George Applegarth e Henri Guillaume progettarono il plesso ispirandosi alle forme di una costruzione parigina del XVIII secolo, l'Hôtel de Salm.

L'influenza della Ville Lumière è riscontrabile anche nel cortile dove nei primi anni Novanta gli architetti Edward Larrabee Barnes e Mark Cavagnero hanno realizzato un'apertura a forma piramidale che illumina le nuove gallerie sottostanti: un chiaro richiamo in dimensioni ridotte alla Piramide del Louvre.

Il Legion of Honor custodisce importanti raccolte di antichità e arte europea. Nelle gallerie delle antichità sono esposte ceramiche, sculture, gioielli e rilievi provenienti dall'Egitto e dal mondo greco-romano, mentre la collezione di opere europee è ricca di sculture francesi, in particolare di bronzi di Auguste Rodin, tra cui il «Busto di Victor Hugo» (1891) e le riproduzioni in dimensioni ridotte delle figure del gruppo «I borghesi di Calais». Nel cortile centrale è esposta una versione dell'iconico «Pensatore».

Tra i dipinti del Cinquecento, particolarmente enigmatico è il «Ritratto di un amico» dipinto da Tiziano intorno al 1550. La tela raffigura un uomo di mezza età che tiene in mano un piccolo foglio su cui si legge «Titiano Vecellio Singolare Amico». È probabile che l'effigiato sia il giurista padovano Marco Mantova Benavides.

Tra le sculture cinquecentesche davvero splendido è il «Ritratto di Cosimo I de' Medici», opera marmorea acquistato dall'istituzione californiana nel 1957 e a lungo ritenuta una copia del «Busto di Cosimo I», bronzo di Benvenuto Cellini conservato al Museo del Bargello di Firenze. Nel 1968 il busto in marmo del Legion of Honor venne esposto nel capoluogo toscano a fianco dell'identica versione bronzea. In quell'occasione la critica riconsiderò il busto americano ritenendolo non più una copia del bronzo di Cellini, bensì un lavoro della bottega dell'orafo fiorentino.

In una corrispondenza del 1549, Cellini richiese al duca il pagamento per il materiale di un'opera, un marmo greco, da utilizzare per un ritratto di «Sua Eccellenza». In aggiunta, in un registro dei beni dell'artista è presente «una testa non finita di marmo del Gran Ducha». Tali elementi certificano ulteriormente la relazione tra la bottega di Cellini e il marmo californiano, che lo studioso John Pope-Hennessy riconduceva ad Antonio Lorenzi, allievo del celebre orafo. Se non di un'opera scolpita nella sua totalità da Cellini, con tutta probabilità si tratta comunque di un'opera iniziata quando l'artista era ancora in vita, superbamente creata nella fucina della sua bottega e sotto la sua supervisione.

Nel museo californiano il XVII secolo è rappresentato da una mirata raccolta di dipinti tra i quali eccellono il «Tributo della moneta» realizzato da Peter Paul Rubens tra il 1610 e il 1615 e acquistato dal museo statunitense nel 1944, il «Ritratto di Joris de Caulerij» dipinto da Rembrandt nel 1632 e le due tele di Georges de La Tour «Uomo anziano» e «Donna anziana» risalenti al 1618-19 e fino al 27 settembre esposte nella prima mostra italiana dedicata al pittore lorenese in corso nel Palazzo Reale di Milano.

Per il Settecento, le opere più significative sono una serie di dipinti di François Boucher, l'«Impero di Flora», realizzato nel 1743 da Giovanni Battista Tiepolo, e alcuni ritratti di Thomas Gainsborough.

L’edificio in stile francese del Legion of Honor Museum risulta particolarmente adatto per la raccolta di dipinti impressionisti. Tra questi si può ammirare «Bagnante seduta che si asciuga il collo», pastello di Edgar Degas datato tra il 1905 e il 1910 e parte dei numerosi studi di Degas su questo soggetto che ispirò profondamente anche Toulouse-Lautrec, come documenta la serie di litigorafie intitolata «Elles», che l'artista di Albi dedicò alle prostitute parigine.

Altra peculiare raffigurazione femminile del museo di San Francisco è la cosiddetta «Algérienne» di Pierre-Auguste Renoir. All'effigiata, Madame Clementine Stora in costume algerino, l'opera non piacque, per cui la vendette per soli 300 franchi al pittore Paul César Helleu, che a sua volta la rivendette a Claude Monet.

Di quest'ultimo il museo californiano custodisce, tra l'altro, una «Veduta del Canal Grande di Venezia» e una versione delle celeberrime «Ninfee» dipinta tra il 1914 e il 1917. Tra i vanti del museo californiano, la Achenbach Foundation for Graphic Arts custodisce una raccolta di oltre 90mila opere su carta tra le più complete degli Stati Uniti.

A lungo direttore del Metropolitan Meseum di New York, Thomas P. Campbell è dal 2018 direttore e ceo dei Fine Arts Museums of San Francisco, di cui sta contribuendo a scrivere il futuro.

Oltre a lavorare a nuovi progetti che coinvolgeranno gli artisti contemporanei dell'area di San Francisco, Campbell sta portando avanti con efficacia le misure necessarie non solo per ripartire dopo la serrata dovuta al Covid-19, ma per una causa ancor più radicale: rendere i musei di San Francisco dei luoghi davvero inclusivi per tutte le tipologie di visitatori, senza distinzione alcuna. A detta di Thomas Campbell «non si tratta di un mero esercizio intellettuale o di un dibattito interno alla comunità museale, ma di una precisa responsabilità pubblica».

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