Musealia Americana | Brooklyn Museum

Viaggio negli Stati Uniti alla scoperta di musei poco noti in Italia. Brooklyn, New York

Claude Monet, «Il Palazzo Ducale a Venezia». New York, Brooklyn Museum, Dono di A. Augustus Healy
Thomas Clement Salomon |  | New York

Il quartiere di Brooklyn è universalmente noto per il celeberrimo ponte che collega l'omonimo distretto a Manhattan. Non sono molti, tra coloro che visitano New York, a conoscere il Brooklyn Museum, una delle più antiche istituzioni museali degli Stati Uniti. Le sue radici risalgono infatti al 1823 con la fondazione della Brooklyn Apprentices' Library che in seguito si fuse con il Brooklyn Lyceum dando vita al Brooklyn Institute of Arts and Sciences.

In seguito all'organizzazione di rilevanti mostre di pittura e di scultura, la direzione del museo optò per un'ambiziosa espansione attraverso la costruzione di un edificio progettato, nel 1893, dallo studio architettonico McKim, Mead & White, uno dei più rinomati dell'epoca. Se il progetto iniziale degli architetti fosse stato portato a termine, il Brooklyn Museum sarebbe divenuto l'istituzione museale più grande del mondo a cavallo tra i due secoli. La sua posizione strategica fu scelta quale fulcro del quartiere culturale della città indipendente di Brooklyn. Le cose cambiarono quando, nel 1898, New York City assorbì la fiorente Brooklyn tra le sue suddivisioni amministrative.

Nonostante la West Wing fosse edificata e aperta al pubblico già nel 1897, i lavori di costruzione si protrassero oltre la prima guerra mondiale e vennero portati a termine solo nel 1926. Furono diverse le modifiche strutturali eseguite nel corso dei decenni seguenti, ma la più sostanziale fu l'estensione degli spazi museali progettata dallo studio Prentice & Chan, Ohlhausen, portata a termine nel 1980. Nel 1986 il Consiglio decise di procedere con una Master Plan Competition, una gara internazionale per realizzare una serie di ulteriori interventi di rinnovamento con il fine di traghettare l'istituzione nel XXI secolosia sul fronte delle nuove esigenze di conservazione delle opere d'arte sia su quello della fruizione da parte del pubblico.

Le collezioni del museo documentano un arco temporale molto ampio che va dall'Antico Egitto all'Arte contemporanea. La raccolta di reperti della civiltà nilotica è particolarmente ricca sia per il finanziamento di scavi archeologici da parte del museo sia le acquisizioni di intere raccolte tra le quali quella dell'egittologo americano Charles E. Wilbour.

Il dipartimento dedicato all'arte americana prese avvio nel 1846 con il lascito del dipinto di Francis Guy intitolato «Scena d'inverno a Brooklyn». Oggi custodisce dipinti, sculture e opere grafiche realizzate tra il 1720 e il 1945 fra gli altri da John Singer Sargent, William Edmondson, Mark Rothko, Edward Hopper e Georgia O'Keeffe.

Nelle raccolte di arte europea sono conservate opere del primo Rinascimento italiano di Lorenzo di Niccolo, Lorenzo Monaco e Giovanni Bellini («Ritratto di giovane uomo»). Particolarmente degno di nota è il capolavoro in terracotta policroma rappresentante la «Resurrezione di Cristo» eseguito tra il 1520 e il 1525 da Giovanni Della Robbia. Commissionato dalla famiglia Antinori per la loro villa fuori Firenze, quello che oggi è noto come il «Brooklyn Della Robbia» è stato oggetto di un importante restauro finanziato proprio dai discendenti della famiglia fiorentina nel 2015, a distanza di cinque secoli.

L'arte olandese è rappresentata dai dipinti di Gerard Dou, Frans Hals e Thomas de Keyser. Sono invece Berthe Morisot, Edgar Degas, Gustave Cailebotte, Claude Monet e Paul Cézanne i protagonisti delle gallerie dedicate ai dipinti francesi del XIX secolo.

Nel Brooklyn Museum, a differenza che nei più noti musei di Manhattan, i diversi periodi storici e le diverse correnti artistiche non sono illustrati da sterminate raccolte, bensì da una selezione mirata che spesso può rivelarsi sorprendente per i visitatori.

Nel 2007 il museo newyorkese ha inaugurato l'Elizabeth A. Sackler Center for Feminist Art, il primo centro dedicato all'arte femminista degli Stati Uniti. La sua missione è quella di esplorare l'influenza e il significato di questa tipologia d'arte attraverso una serie di singolari iniziative culturali.

La collezione ruota intorno all'opera intitolata «The Dinner Party», icona dell'arte femminista, realizzata tra il 1974 e il 1979 da Judy Chicago. Si tratta di un'installazione composta da un'enorme tavola di forma triangolare. Ogni suo lato misura all'incirca 15 metri. La tavola imbandita prevede 39 sedute, una per ogni grande donna della storia occidentale. Tra di esse: Giuditta, Isabella d'Este, Artemisia Gentileschi, Elisabetta I, Virginia Woolf e Georgia O'Keeffe. A decorare il triangolo, oltre 2mila piastrine con incisi i nomi di 999 celebrità femminili.

All'esterno del museo si trova l'adiacente Steinberg Family Sculpture Garden in cui sono collocate sculture in marmo, granito e pietra salvate da edifici newyorkesi in demolizione. Prevalentemente realizzati da maestranze inglesi e italiane tra il 1880 e il 1910, rendono l'idea di quelle che erano le decorazioni ornamentali in voga nell'architettura della New York di fine Ottocento.

Con la riapertura al pubblico è tornata visibile anche la mostra «Studio 54 Night Magic» dedicata all'attività e all'influenza che ha avuto sulla società il più iconico nightclub di tutti i tempi.

Da ormai due secoli la missione del Brooklyn Museum è quella di «creare incontri stimolanti con l'arte che espandono il modo in cui vediamo noi stessi, il mondo e le sue possibilità».

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© Riproduzione riservata Georgia O'Keeffe, «Cranio di un montone con le White Hollyhock-Hills», New York, Brooklyn Museum. Lascito di Edith e Milton Lowenthal Dettaglio della facciata esterna del Brooklyn Museum Edward Hopper, «Il tetto a mansarda». New York, Brooklyn Museum Judy Chicago, «The Dinner Party», 1974–79. New York, Brooklyn Museum. Dono della Elizabeth A. Sackler Foundation Giovanni della Robbia, «La Resurrezione di Cristo». New York, Brooklyn Museum. Dono di A. Augustus Healy
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