Mujinga nella Historische Halle dell’Hamburger Bahnhof
Nella grande videoinstallazione dell’artista congolese di nascita domina la scena un essere ibrido fantastico

«Worldbuilding» è un termine utilizzato nel cinema e nella letteratura fantasy e di fantascienza che significa letteralmente «costruzione di mondi»; indica una tecnica di cui si servono gli autori di film, libri, pièce teatrali e videogiochi per inventare i mondi immaginari ove ambientare le proprie storie e far vivere i propri personaggi di fantasia.
Sandra Mujinga, protagonista della mostra «I Build My Skin With Rocks» («Costruisco la mia pelle con le rocce») nell’Hamburger Bahnhof-Museum für Gegenwart dal 9 dicembre al primo maggio, se n’è servita per creare la sua nuova videoinstallazione posta al centro della grande sala del museo berlinese, la Historische Halle: un essere ibrido fantastico domina la scena; il suo corpo, frutto di mutazioni fisiche, così come il suo comportamento alterato rispetto allo stato naturale originario, sono la personificazione delle risposte che la natura cerca di dare alle continue minacce e trasformazioni imposte ai suoi habitat dall’uomo.
L’artista congolese (Goma, 1989), che ha trovato da tempo in Berlino e Oslo le sue due nuove patrie adottive, ha ricevuto un anno fa il Premio della Nationalgalerie, associato da sempre alla possibilità per chi lo vince di presentare una personale nell’Hamburger Bahnhof, sede temporanea della Nationalgalerie per l’arte contemporanea.
Accompagna la mostra una nuova monografia in forma di catalogo, un’ampia pubblicazione edita da Distanz Verlag e con contributi di studiosi di varie discipline che fanno luce sulla pratica di Mujinga nei vari media di volta in volta utilizzati dall’artista. A corollario della grande installazione creata ad hoc per l’evento, vengono mostrate altre opere di Mujinga, prevalentemente scultoree.