Modello impantanato

Silvia Mazza |  | Palermo

C’è dell’«anti tempismo» storico nella recente riorganizzazione del Dipartimento dei Beni culturali siciliani, quella che introduce 13 nuovi poli museali (cfr. n. 358, nov. ’15, p. 12). Entrata in vigore dal primo luglio scorso, riesce, infatti, a travisare il significato e ruolo della Soprintendenza unica proprio nel momento in cui quest’organizzazione amministrativa, introdotta a livello normativo in Sicilia nel lontano 1977 (entrando a regime 10 anni dopo), viene presa a modello dalla riforma Franceschini.

La Soprintendenza unica su base territoriale, organizzata in una équipe con competenze multidisciplinari, non può, infatti, garantire efficacemente lo svolgimento dei propri compiti istituzionali, rispetto alle vecchie Soprintendenze tematiche, se non mantenendo distinti gli ambiti settoriali. Tant’è che nello Stato all’interno dell’istituto riformato sono previste 7 aree funzionali: organizzazione
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