Migliara, il «fiammingo italiano»
In programma da Wannenes il 20 settembre una vendita monografica dell’artista ottocentesco e una miscellanea di arti decorative

Un artista eclettico, celebre per le vedute urbane e i paesaggi, Giovanni Migliara sarà protagonista di un’asta che Wannenes gli dedica interamente. L’incanto si terrà il 20 settembre al Palazzo del Melograno di Genova e comprenderà oltre una quarantina di lavori, fra dipinti, disegni e fixés sous verre incentrati sul soggetto della veduta.
Un incanto tematico e un’occasione rara per vedere raccolte numerose opere dell’artista ottocentesco, provenienti da collezioni private italiane. «Migliara partendo dalla pittura veneziana del Settecento ha saputo prendere ispirazione e innovare modernamente il vedutismo, con una spiccata abilità nella resa delle atmosfere attraverso la luce», spiega Rosanna Nobilitato, capo dipartimento di Wannenes per il XIX secolo.
«Vanta numerosi estimatori e il suo mercato ha un respiro internazionale, specie per i panorami delle grandi città e per la rappresentazione di monumenti celebri». Rientra in questa categoria la «Piazza del Duomo a Milano col Coperto dei Figini» che proprio da Wannenes nel 2014 segnò il record per l’artista, totalizzando 322.400 euro.
La capacità di Migliara di rappresentare scenografiche architetture prospettiche unite alla narrazione di scene di vita quotidiana trova il suo culmine nelle vedute urbane realizzate fra gli anni Venti e Trenta dell’Ottocento. In asta ne costituiscono esempio «Interno del Santuario di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso» (stima 16-20mila euro), in cui l’imponente architettura interna della chiesa è animata da raggruppamenti di piccole figure rese con vivacità e grande minuzia descrittiva.
Sofisticati contrasti di luce contraddistinguono poi il piccolo ma significativo olio su tela che raffigura il «Porto di Genova» (3.200-3.800), mentre Milano, protagonista di numerosi suoi lavori, è presente anche in «La piazza del Duomo col coperto dei Figini e l’isolato del Rebecchino» (10-15mila) in cui uno scorcio fra i più iconici della città prende vita grazie al dinamismo della folla, descritta con una dovizia di caratteristiche secondo i dettami della pittura di genere.
Non mancano poi scene di interni di convento, soggetti più volte immortalati dal pittore, paesaggi agresti, rovine, monumenti e capricci architettonici. Accanto a questi una raccolta di rari fixés sous verre «una tecnica inventata in Francia nella seconda metà del Settecento e particolarmente congeniale a Migliara che ne diventò maestro, realizzando soprattutto paesaggi che coniugano profondità prospettica e minuta attenzione per i dettagli», aggiunge Nobilitato.
Si tratta di opere di piccole dimensioni dipinte a olio su taffetà di seta e incollate a un vetro concavo attraverso una speciale miscela dalla consistenza mielosa. Il risultato è di delicata e accentuata lucentezza come testimonia «La cappella Colleoni a Bergamo», fixé datato fra 1825 e 1830 (800-1.200).
Sempre da Wannenes, a Genova, il 20 e il 21 settembre si terrà un incanto di arredi, ceramiche, sculture, oggetti d’arte e scientifici provenienti da diverse collezioni private. La sezione delle maioliche e ceramiche vede spiccare una sessantina di lotti, tutte porcellane da una raccolta milanese, un insieme composto esclusivamente da tazzine di produzione settecentesca italiana.
Una particolare attenzione è riservata alle manifatture venete e veneziane e a quella di Doccia. Rarità e committenza prestigiosa accomuna due opere in catalogo: una tazza appartenente al servizio per il cardinale Stoppani, realizzato a Doccia nel 1753 (5-8mila) e una tazza con piattino databile 1720-27 prodotta nella manifattura veneziana di Giovanni Vezzi su richiesta del cardinale Pietro Ottoboni (7-9mila).
Nell’ambito degli arredi il gusto per l’esotismo e le cineserie, così apprezzate nell’Europa di metà Settecento, è interpretato da un’elegante commode francese in legno laccato e vernis Martin del XVIII secolo (20-30mila). Da segnalare infine una serie di tappezzerie ad arazzo del ‘700 della manifattura parigina di Gobelins, inserite su un insieme di arredi da salotto in legno composti da divano, due bergère, sei poltrone e un parafiamma da camino (20-30mila). Gli arazzi della bergère sono firmati da Jacques Neilson, direttore della manifattura reale dal 1749 al 1788 e recano il decoro de «La noble pastorale», elaborato dal pittore di corte François Boucher.
