Miart: 142 rispondono «presente»

La prima fiera d’arte in Europa a tornare offline annuncia i numeri della nuova edizione

Adrian Paci, «Untitled», 2021 dallo stand di Kaufmann-Repetto. Courtesy of the artist and kaufmann repetto
Ada Masoero |  | Milano

A cento giorni dall’inaugurazione, miart 2021, la prima fiera d’arte in Europa a tornare in presenza (dal 17 al 19 settembre a Fieramilanocity) annuncia i numeri di questa 25ma edizione, la prima diretta da Nicola Ricciardi (già direttore artistico delle Ogr Torino) che, nominato nello scorso ottobre, si è trovato a dover ritessere una tela lacerata dalla lunga pausa imposta dalla pandemia (l’ultima edizione, diretta da Alessandro Rabottini, è stata tenuta online).

Sono 142 le gallerie partecipanti, tutte di alto profilo, un terzo delle quali internazionali (20 i Paesi rappresentati, in prevalenza europei), a fronte delle 170 dell’ultima edizione. Il che, considerando l’assenza forzata dei galleristi americani per le restrizioni agli spostamenti, e dei brasiliani, causa Covid (senza contare i costi del trasporto delle opere, ingigantiti in questi mesi), rappresenta un vero successo.

Merito dell’approccio del direttore, che ha ricostruito un rapporto personale con ogni gallerista ascoltando in primo luogo le loro esigenze, e poi realizzando una fiera modellata sui loro desiderata. Che, dopo tanto «virtuale», hanno visto al primo posto la richiesta di tornare in presenza (con tutte le garanzie di sicurezza-Covid messe a punto da Fiera Milano).

Eppure, durante il lockdown, queste manifestazioni, che fino al 2019 generavano l’80 per cento del fatturato delle gallerie, suscitavano interesse solo nel 22 per cento delle gallerie. «Si trattava di ricostruire la fiducia con le gallerie», spiega Ricciardi, che grazie a tale ascolto attento e costante ha ottenuto questo inatteso risultato: oltre alle straniere, è infatti presente il meglio delle gallerie italiane, con alcuni importanti ritorni.

Invariata la struttura, con le cinque sezioni Established Contemporary, Established Masters, Emergent, Decades, Generations, e con la presenza del design, ma la sezione Decades, curata da Alberto Salvadori, copre ora cento anni, dal 1910 al 2010, lasciando a Emergent, curata da Attilia Fattori Franchini, il compito di presentare le novità più radicali. Una piattaforma digitale, ormai ineludibile, supporterà la fiera fisica, mentre nuove partnership e connessioni prenderanno forma durante la Milano Art Week (13-19 settembre), realizzata con l’Assessorato alla Cultura.

© Riproduzione riservata William Kentridge, «LEXICON», 2017 dallo stand di Lia Rumma. Courtesy Galleria Lia Rumma Milano/Napoli
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