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Mercanti, guerrieri ed Embriaci

Matteo Fochessati

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La supremazia di Genova nel Medioevo

Prima del Siglo de los Genoveses e dei fasti del Barocco che coronarono questo periodo aureo, Genova aveva già imposto la sua potenza marittima e commerciale in epoca medievale. In questa cruciale fase storica la città portuale assunse infatti, attraverso le crociate, quel ruolo di supremazia sul Mediterraneo che l’accompagnerà nei secoli successivi: le colonie oltremare, gli intensi contatti cosmopoliti e le molteplici rotte mercantili intraprese contribuirono a offrirle, per lungo tempo, ricchezze e autorità politica.

Quest’intensa stagione, che vide protagoniste alcune potenti famiglie genovesi di mercanti e guerrieri, è ricostruita nella mostra «Genova nel Medioevo. Una capitale del Mediterraneo nell’età degli Embriaci», allestita nel Complesso museale di Sant’Agostino dal 19 marzo al 26 giugno (catalogo Sagep). Curata da Clario Di Fabio, Piera Melli e Loredana Pessa, con la collaborazione di due qualificati comitati scientifici e organizzativi, la mostra si focalizza in particolare sulla famiglia degli Embriaci, signori del feudo del Gibelletto (situato nell’odierno Libano) che portarono a Genova il Sacro Catino, destinato a diventare il simbolo della città e l’opera intorno a cui ruota il magistrale allestimento concepito da Franco Albini tra il 1952 e il 1956 per il Museo del Tesoro della Cattedrale di San Lorenzo. Ed è proprio da questa reliquia, portata a Genova all’epoca della prima crociata da Guglielmo Embriaco, dopo la presa della città di Cesarea (1101), e protagonista in seguito di una vita travagliata tra tentativi di furti e rotture (sottratta da Napoleone, fu restituita in pezzi nel 1816), che si apre la mostra. Il vaso esagonale verde trasparente (a lungo identificato con il Sacro Graal) è accostato nella prima sezione ad altre famose reliquie e ai loro preziosi contenitori, come l’Arca delle ceneri del Battista del XII secolo.

Nella successiva sezione, l’espansione politica e marittima di Genova tra XI e XIII secolo alla ricerca di nuovi sbocchi commerciali viene invece presentata attraverso documenti, cartografie e monete, come il famoso genovino aureo coniato nel 1252, poco prima che fosse emesso il fiorino di Firenze. La ricchezza raggiunta dai commercianti genovesi e la stretta integrazione culturale che seppero impostare con le regioni del Mediterraneo, verso cui diressero le proprie imprese commerciali, è inoltre attestata dai loro pregiati corredi da mensa e da cucina: come quello degli Embriaci che, recentemente scoperto, viene mostrato per la prima volta. Contribuendo a consolidare il ruolo assunto da Genova come porta culturale tra Oriente e Occidente, le più importanti famiglie genovesi decorarono inoltre le loro lussuose residenze con ceramiche e vetri provenienti dal mondo islamico e dal vasto impero bizantino: ricche collezioni che, grazie alla collaborazione della Fondazione Bruschettini per l’Arte islamica e asiatica, sono documentate in mostra attraverso una cospicua rassegna di ceramiche persiane e cinesi, di manufatti in metallo e di preziosi tessuti provenienti dall’Egitto e dalla Spagna.

Questo raffinato collezionismo si saldò inoltre con una ricca fioritura artistica locale, documentata da una nutrita selezione di sculture, dipinti, miniature e oggetti d’oreficeria, che all’epoca fu emblematicamente rappresentata dal cantiere della Cattedrale di San Lorenzo (1118-1296). Lo stesso spazio museale della Chiesa di Sant’Agostino, costruita a partire dal 1260 e il cui intatto impianto originario rivela evidenti riferimenti all’architettura romanica lombarda e al Gotico d’oltralpe, è protagonista di quest’affascinante viaggio nella Genova medievale, completato, grazie a un biglietto congiunto, dalla visita al Museo Diocesano e al Museo del Tesoro della Cattedrale. 

Matteo Fochessati, 14 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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