Mattiacci, Nunzio, Termini: discorso sulla scultura

Giovanni Termine, «Tentativo di ripresa», legno, cemento, vetro e nastro adesivo, 2015
Guglielmo Gigliotti |

Milano. Tre scultori, tre generazioni, una galleria: lo spazio espositivo di Renata Fabbri sarà il quarto attore di una mostra su ciò che la scultura non manifesta, ma comprende, ovvero i legami segreti che distinti discorsi plastici intessono a distanza, colmando vuoti che sono solo mentali. A «conversare» in galleria saranno le opere di Eliseo Mattiacci (n. 1940), Nunzio (n. 1954), Giovanni Termini (n. 1972), per il primo appuntamento di una serie, curata da Federico Sardella, che si inaugura il 23 novembre (fino al 23 gennaio), dal titolo essenziale «Scultura #1». L’incontro tra i tre scultori è infatti svolto proprio nel nome dello specifico plastico, per una ridefinizione aperta delle sue potenzialità. Eliseo Mattiacci parteciperà all’incontro con «Tempo globale» di metà anni ’90, «Dinamica verticale» del 2013 e una carta dei primi anni ’80 della serie «Dechirages». Nunzio sarà
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