Massimo Listri al Forte Belvedere

Purezza e disfacimento, rigore e rovine, eternità e transitorietà nelle immagini del fotografo fiorentino

La fotografia di Massimo Listri con «L’Annunciazione» di Beato Angelico nel Convento di San Marco a Firenze. Foto di Massimo Listri
Laura Lombardi |  | Firenze

Per la mostra «A Perfect Day», in corso fino al 20 ottobre e curata da Sergio Risaliti negli spazi di Forte Belvedere a Firenze, Massimo Listri (1953) presenta una nutrita selezione di opere recenti. La rassegna è articolata sui due piani del grande edificio cinquecentesco di Bernardo Buontalenti, i cui volumi «astratti», espressione del rigore mentale del Rinascimento, ben accolgono le fotografie dell’artista fiorentino che, nell’immortalare, con grande precisione e sensibilità pittorica, le sale di musei, biblioteche o spazi di archeologia industriale, giunge a effetti di astrazione concettuale.

La mostra è tutta concentrata su Firenze e allestita in una fuga di sale a tema, in cui le fotografie risaltano su uno sfondo verde (pantone 6022); è presente anche un registro meno consueto: alle immagini di grande nitore, ora Listri, pur senza mutare il suo repertorio, accosta scatti più attenti al
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