Marino Golinelli

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Marino Golinelli

Marino Golinelli: 100 anni guardando al futuro

Il centesimo compleanno dell'imprenditore-filantropo

Roberta Bolelli

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E’ forse questo l’augurio e insieme il riconoscimento umanamente e storicamente più significativo - che ha scandito l’11 ottobre 2020 il traguardo centenario di Marino Golinelli, grande «scienziato, imprenditore, filantropo» - venuto dalle «persone di Alfasigma» l’importante Gruppo farmaceutico da lui fondato e portato ad una dimensione globale.

Quelle tre parole, con la loro capacità di sintesi, sono il racconto di una vita vissuta intensamente che ha attraversato i cambiamenti profondi dagli anni ’20 del ‘900 ad oggi nella società, nella ricerca scientifica, nel welfare e nelle relazioni internazionali passate dai nazionalismi delle tragiche guerre mondiali al multiculturalismo e alla globalizzazione.

Una vita da self-made-man che rappresenta simbolicamente un pezzo importante della storia italiana e delle sue trasformazioni sociali economiche e culturali, dall’Italia contadina del primo Novecento all’Italia della ricerca, della scienza applicata e della tecnologia, all’Italia tra i Paesi più industrializzati al mondo dei nostri anni. Nato nella piccola realtà di San Felice sul Panaro, nella bassa pianura modenese, come lui stesso ha raccontato «i miei genitori erano agricoltori che hanno lavorato sodo per fare studiare noi quattro fratelli. Io poi mi ritengo molto fortunato perché sin dalla terza liceo sapevo già quale attività avrei voluto fare. Mi è sempre piaciuto lavorare nel mondo del farmaco ed è quello che ho fatto».

E qui inizia una avventura straordinaria dove l’impegno personale e imprenditoriale accompagna e dà energia ad una visione di futuro inserendosi in quell’Italia della ricostruzione e del miracolo economico che gettò le basi della trasformazione industriale e dei conseguenti cambiamenti sociali – pur nelle sue contraddizioni - del nostro Paese.

Dalla laurea in Farmacia conseguita nell’Università di Bologna (1943) alla creazione della prima impresa rilevando la Biochimici AL.F.A.-Alimenti fattori accessori (1948), con il primo “stabilimento” in una piccola sede nella centrale Via Galliera a Bologna acquistata grazie al prestito paterno di 60.000 lire. Di lì una crescita continua, scientifica farmaceutica e tecnologica, dall’iniziale sciroppo al vaccino antitubercolare Salvioli alle successive più importanti produzioni, ad esempio (solo per citare nomi noti, anche a livello internazionale): l’antibiotico intestinale Normix (1973), l’antitrombotico Vessel (1978), l’antimalarico Eurartesim (2012). Ma anche dimensionale con nuovi stabilimenti e trasformazioni societarie mediante acquisizioni: Alfa Schiapparelli (1974), Alfa Wasserman (1981) e infine Alfasigma dal 2017 (di cui la famiglia Golinelli detiene il 75% del capitale). Sede legale a Milano, Direzione generale a Bologna, oggi opera in 18 Paesi europei ed extraeuropei (tra cui Usa, Cina, Russia) con circa 3.000 dipendenti (2/3 in Italia).

Una vita e un percorso che - sull’onda delle pagine dell’Elogio della Follia di Erasmo da Rotterdam lette, con dedica per l’occasione, da un ospite d’eccezione come Toni Servillo - trovano l’espressione migliore nelle parole con cui lo stesso Golinelli ha voluto dare il senso di questo straordinario traguardo. «In ogni imprenditore visionario c’è un pizzico di follia, che lo spinge a superare il confine di molte conoscenze acquisite. Se non avessimo dentro di noi questa spinta a superare i confini non faremmo nulla di rilevante. Nel mio caso, poi, sono andato ancora oltre, perché ho fatto impresa nell’ambito della vita, della salute e del benessere. Inoltre mi sono assunto, e mi assumo, impegni che coinvolgono la società civile e arrivano all’etica, ponendosi interrogativi morali».

E’ anche per questo che non guarda al bilancio di un secolo di vita e ai successi realizzati ma piuttosto si proietta al futuro: «al 2050 perché vorrei sapere come sarà vivere in quei giorni e al 2065 - ho progetti ben definiti fino ad allora - e infine al 2088 quando la Fondazione che porta il mio nome compirà cento anni».

Infatti con lo stesso spirito imprenditoriale nel 1988 Marino Golinelli avvia, con la creazione della sua Fondazione - sul modello «give back» della grande filantropia americana - una nuova filiera di attività.
Nel sito della Fondazione si legge «sino a qualche anno fa, la Fondazione ha operato prevalentemente nei campi della formazione scientifica, a sostegno della scuola pubblica, della diffusione della conoscenza e della pratica delle scienze in generale, e delle "Scienze della vita" in particolare. Oggi l’Opificio Golinelli è un luogo di contaminazione tra formazione, ricerca (è sede della Scuola di dottorato in Data Science and Computation e ha dedicato un intero Padiglione - progettato da Mario Cucinella – allo studio dei rapporti tra Arti e Scienze) ed il sostegno all'impresa nascente (start-up) cui è dedicato il nuovo edificio che ospita l'incubatore-acceleratore G-Factor. Questo programma di sviluppo, voluto dal Fondatore e denominato Opus 2065, intende aprire ai giovani l'orizzonte del futuro cercando di anticipare e decifrare le sfide che li attendono, secondo quanto sintetizza il pay-off scelto dalla Fondazione: "L'intelligenza di esserci" ("Be intelligent, be there")». La sintesi tra arti, scienze e tecnologie per immaginare e rappresentare il futuro e per stimolare forme di imprenditorialità creativa.

In particolare dopo l’inaugurazione nel 2015 dell'Opificio Golinelli, cittadella della scienza - un investimento rilevante che ha recuperato e trasformato una struttura industriale dismessa nella prima periferia di Bologna - con Opus 2065 - progetto avviato nel 2016 con la donazione di ulteriori 30 milioni di euro da parte di Golinelli volto a sostenere le giovani generazioni nel loro percorso di crescita - la Fondazione proietta le proprie attività con una visione a lungo terminee un approccio «che va oltre l’azione di sussidiarietà orizzontale fin qui svolta (…) per costruire una scena di futuro per le nuove generazioni».
E «nel futuro ci aspetta un mondo imprevedibile, completamente diverso dall’oggi» è la forte convinzione di Golinelli «ma dobbiamo prepararci. Bisogna dare ai giovani gli strumenti per capire, il più presto possibile, qual è la loro passione. Devono studiare, sacrificarsi, appassionarsi. La vita è esserci con intelligenza, in modo responsabile. E impegnarsi, darsi da fare perché le cose avvengano».
E alle nuove generazioni, alle nuove proposte ha rivolto la sua attenzione anche come collezionista d’arte contemporanea. Apprezzato a livello internazionale, non guarda solo ai grandi nomi ma si interessa agli artisti emergenti di cui raccoglie le opere nella propria splendida casa museo nel centro di Bologna.

E sempre per «restituire qualcosa di quello che la vita gli ha dato», insieme con la moglie Paola, ha garantito generosi contributi al Teatro Comunale di Bologna così come al recupero urbano contro il degrado come, tra gli altri, il restauro della Fontana del Nettuno (simbolo tradizionale di Bologna) e la riqualificazione dell’Orto Botanico dell’Ateneo bolognese nel quale a lui è stata dedicata la sequoia dell'Orto, una sorta di adozione di un albero che – sono parole dello stesso Golinelli -«è anche la metafora della vita, un simbolo della crescita e dello sviluppo, che ci spinge a vivere con gli altri con amore".

Educazione e cultura, arte e scienza. Sono i principi ispiratori di questa straordinaria esperienza di imprenditore e filantropo che si esprime attraverso un dinamismo senza tempo e uno stile assolutamente originale, mettendo insieme (mutuiamo un pensiero da lui rivolto alla Fondazione) «la razionalità che ci permette di costruire»e «la follia che ci permette di immaginare un mondo diverso, più equo, più etico e all’insegna della bellezza». Dando così concretezza al riconoscimento della famiglia allargata dell’impresa che in questi lunghi anni ha saputo costruire e far crescere con la capacità di «immaginare, con la sua intelligenza, non solo il futuro, ma anche un mondo migliore».

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Roberta Bolelli, 15 ottobre 2020 | © Riproduzione riservata

Marino Golinelli: 100 anni guardando al futuro | Roberta Bolelli

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