Manucci, il Marco Polo dell’India
A Palazzo Vendramin Grimani originali e riproduzioni digitali dei manoscritti che compongono la «Storia do Mogor» e le loro successive trascrizioni

Le vicende di Marco Polo in Oriente, affidate a fine Duecento alla penna di Rustichello da Pisa e non prive di dettagli curiosi come la ricerca di una rispondenza tra animali sconosciuti agli occhi d’un europeo e l’immaginario fantastico d’occidente, rientrano a pieno titolo nella storia della nostra letteratura. Pochi invece conosceranno la Storia do Mogor del veneziano Nicolao Manucci (1638-1720), partito ancora ragazzo alla volta dell’India nel 1653.
Giunto alla corte del Gran Mogol Manucci intraprese dapprima la carriera militare nelle truppe del principe Dārā Shikūh. Poi perfezionò l’arte della medicina diventando medico di corte, si distinse per la mediazione tra i principi indiani e le compagnie commerciali inglesi e francesi e verso la fine della sua avventurosa esistenza decise di fissare su carta le proprie memorie utilizzando italiano, francese e portoghese. Spedita in Francia, la prima parte della sua opera venne data alle stampe nel 1705.
Un’altra versione composta da libri aggiuntivi venne poi inviata al Senato veneto. Quest’ultima non vide mai le stampe ma si conserva tuttora alla Biblioteca Marciana. Le 130 miniature dell’epoca che il Manucci aveva appositamente commissionato a corredo sono suddivise nel Libro Rosso e il Libro Nero (oggi rispettivamente alla Bibliothèque Nationale de France e alla Marciana).
A dare notorietà a questa singolare opera è oggi la Fondazione dell’Albero d’Oro che dal 29 aprile al 26 novembre organizza la mostra «Nicolò Manucci, il Marco Polo deIl’India. Un veneziano alla corte Moghul del XVII secolo» presso Palazzo Vendramin Grimani, lungo il Canal Grande. Il progetto espositivo diretto da Béatrice de Reyniès, curato da Antonio Martinelli e Marco Moneta, offre l’opportunità di conoscere, attraverso originali e riproduzioni digitali, i manoscritti che compongono la Storia do Mogor e le loro successive trascrizioni grazie alla collaborazione tra Bibliothèque Nationale de France di Parigi, Staatsbibliothek di Berlino e Marciana.
In essi s’intrecciano vicende biografiche dell’autore e le preziose testimonianze storichenon solo sulla vita di corte dei Mogol, sui suoi sistemi di governo e organizzazione ma anche su usanze, tradizioni, costumi del popolo indiano includendo persino posizioni critiche sulle missioni di evangelizzazione dei Gesuiti in quelle terre. Nello stesso palazzo, fino al 26 novembre, sarà inoltre possibile conoscere la Venezia inedita ritratta dagli scatti del fotografo francese di origini greche Nikos Aliagas.