Magico Padiglione Italia

Il progetto curatoriale di Cecilia Alemani s'ispira a un saggio dell'antropologo Ernesto de Martino

La curatrice del Padiglione Italia Cecilia Alemani in una foto di Marco De Scalzi
Francesca Romana Morelli |

Roma. «La Biennale di Venezia come luogo di lavoro degli artisti, dove possono sperimentare e correre rischi, e non luogo di "storicizzazione"» è questo il concetto in base al quale Cecilia Alemani, curatrice del Padiglione Italia alla prossima kermesse veneziana, ha scelto i tre artisti: Giorgio Andreotta Calò, Roberto Cuoghi, Adelita Husni-Bey.
E  la curatrice lo ha ribadito più volte nel corso della conferenza stampa di presentazione, tenuta stamattina al Ministero dei Beni culturali, con Paolo Baratta, presidente della Biennale di Venezia, e Federica Galloni, direttrice generale Dgaap (Direzione generale arte e architettura contemporanee e periferie urbane) e commissaria del Padiglione Italia.
Intitolato «Il mondo magico», il progetto curatoriale di Cecilia Alemani prende ispirazione dall’omonimo studio dell’antropologo napoletano Ernesto de Martino (1908-65), pubblicato subito dopo la seconda
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