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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliIl tempo secondo i contemporanei, Kentridge, Rondinone e sound design
Nella sede del Macro di via Nizza, con un progetto ideato da William Kentridge (1955) e curato da Federica Pirani e Claudio Crescentini, con la collaborazione della Galleria Lia Rumma, prosegue sino al 2 ottobre una mostra che documenta la gestazione della monumentale opera «Triumphs and Laments», eseguita dall’artista sudafricano sui muraglioni del Tevere, da Ponte Mazzini a Ponte Sisto, tramite l’idropulitura della patina biologica accumulata. Oltre ottanta le opere esposte, tra bozzetti, un inedito fregio su carta lungo più di sei metri, un’installazione sulla morte di Pier Paolo Pasolini, disegni a inchiostro e a pastello inediti, ispirati alla Roma antica, a quella contemporanea e alla storia della Chiesa.
Sino alla stessa data «Dall’oggi al domani. 24 ore nell’arte contemporanea» curata da Antonella Sbrilli e Maria Grazia Tolomeo, con il sostegno di Bulgari, offre una riflessione sul ruolo del tempo nella nostra vita e sugli strumenti di cui ci siamo dotati per calcolarlo, attraverso i lavori di settanta artisti, da Giacomo Balla a Gino De Dominicis, da Opalka a Vezzoli, da On Kawara a Maurizio Cattelan, e numerosi linguaggi espressivi: dal video alla fotografia, dal ricamo alla scrittura diaristica.
Per il ciclo «Appunti di una generazione», un’indagine del critico Costantino Dorazio sulle ricerche italiane emerse negli anni Novanta, si confrontano inoltre, sempre sino al 2 ottobre, Matteo Basilè (1974) e Gioacchino Pontrelli (1966), rispettivamente con un lavoro fotografico ambientato nelle cave sopra Carrara e una serie di dipinti in cui la materia cromatica dà coerenza a un mix di tecniche e a una manipolazione di segni e immagini.
Fino al 2 novembre è aperto il terzo appuntamento del ciclo «Opere della collezione Macro», curato da Rita Arconti, che questa volta affronta il legame tra arti visive e scrittura. Ancora sino al 2 ottobre «Videocracy: Bruce Nauman > Cheryl Donegan», curata da Marco Fabiano, è la prima tappa di un ciclo di mostre all’interno della collezione di video del Macro. Al Macro Testaccio, in un padiglione è invece ospitata sino al primo settembre, una sezione della mostra «Giorni d’oro + Notti d’argento» dell’artista svizzero Ugo Rondinone, mentre l’altra sezione è allestita ai Mercati Traianei.
Invece alla Pelanda, sino al 24 luglio si tiene un’articolata personale dell’artista multimediale Alessandro Valeri, «Lasciami entrare», curata da Micol Veller Fornasa. È una grande installazione aerea di sound-design, tra fotografia e pittura, che ingloba al suo interno matite spezzate e oggetti sospesi.
La mostra è la terza tappa del progetto «Sepphoris (Tzippori)», città nei pressi di Nazareth in Galilea, dove nel 2011 Valeri ha dato avvio al lavoro, visitando l’orfanotrofio che ospita bambini senza distinzione di etnia o religione, gestito dall’Ordine delle Figlie di sant’Anna con operatori cristiani, ebrei e musulmani, all’interno di un moshav (comunità) in una zona abitata prevalentemente da arabi musulmani.
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