Ma dove vanno le figure di Julian Opie?

27 figure tra maschili e femminili immortalate in 13 nuove opere dell’artista britannico in una mostra alla Galleria Valentina Bonomo

«Walking Figures» (2022) di Julian Opie
Giorgio Guglielmino |  | Roma

Dove andranno tutte queste persone ritratte da Julian Opie mentre camminano per strada? Sono in tutto 27 gli uomini e le donne immortalati in 13 nuove opere esposte nella Galleria Valentina Bonomo per la quarta mostra che lo spazio dedica all’artista inglese sino al 30 settembre.

A differenza di quanto avviene in generale quando si visita un’esposizione, questa volta la maniera migliore per apprezzare le figure di Julian Opie è stata andare all’affollata inaugurazione perché il chiacchiericcio dei visitatori si sposava perfettamente con le sue «Walking Figures». Opere e pubblico erano un tutt’uno e le voci che si mischiavano le une con le altre parevano provenire anche dalle figure, in alcuni casi riprodotte a grandezza naturale, appese alle pareti.

La Galleria Valentina Bonomo, spazio non grande ma con un’intensa personalità, è perfetto quando le mostre, come in questo caso, presentano un insieme omogeneo e coerente di lavori. A vedere questi individui, che paiono tutti indaffarati in un viavai continuo, viene in mente la canzone di Fabrizio de André «Le nuvole» («Vanno, vengono, ritornano...»). Sono ormai molti anni che Julian Opie utilizza questa tecnica di riduzione e minimalizzazione dei segni per ritrarre la figura umana. Eppure, ognuno dei suoi protagonisti è diverso da tutti gli altri. Una ciocca di capelli, un accessorio, lo stomaco un po’ più accentuato: l’artista è un maestro nel cogliere quello che fa di ognuno di noi una persona unica.

Tutti i tipi in mostra sono tratti da fotografie scattate in Corea nel corso di un suo viaggio. A quando delle figure modellate su persone italiane? «Se vi fosse l’opportunità di un progetto espositivo in un museo italiano, quello potrebbe essere l’occasione», ha risposto Opie.

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