Ma domani? Terza utopia: un piano strategico per la cultura

Riflessioni e propositi sui virus del nostro tempo

«Ritratto di Dante» (particolare), di Sandro Botticelli, tempera su tela, 1495. Ginevra, collezione privata. Foto tratta da Wikipedia
Paolo Verri |

Terza utopia, forse la più necessaria oggi e non così difficile da realizzare: un piano strategico della cultura nazionale. Con non troppi sforzi, e qualche buon risultato, si è sviluppato un piano strategico del turismo, che andrebbe assolutamente rivisto e anche in fretta visto che cosa sta accadendo all’offerta mondiale di settore proprio a causa del Coronavirus. Ma se il turismo soggiace inevitabilmente a trend globali che è importante saper valutare per cavalcarli opportunamente (in questo momento si potrebbe per esempio combattere proficuamente l’over tourism e ripensare il sistema fieristico), il settore culturale è proprio una «policy».

È determinante oggi definire le 10 priorità dei prossimi 10 anni, ascoltando Regioni, aree metropolitane, esperti, dirigenti e operatori privati, e lavorare da qui al 2035 per inserire le prime due utopie (e le molte altre che nasceranno da una discussione aperta e qualificata) in una visione strategica di insieme che manca da troppo tempo. Come in tema di sanità e sicurezza chiediamo nuove strategie internazionali, così possiamo imporre alcune idee strategiche sulla cultura di livello mondiale, ma solo se saremo i primi a declinare un’operatività definita in ogni dettaglio, a livello legislativo, economico, formativo e comunicativo.

Perché il 2021 potrebbe essere un anno eccezionale in cui lavorare a tutte queste tre utopie insieme? Ebbene, perché sarà un anno in cui avremo anche la fortuna di poter ricordare una figura eccezionale come Dante Alighieri. Dante è lingua e lettura. Dante è immagine e narrazione visuale. Dante è anche struttura organizzativa, idea di forma dello Stato e di ruolo del cittadino in esso.
Se nel 2019 il coordinamento di progettazione e promozionale che ci poteva essere intorno alla figura di Leonardo è stato relativo (va detto con sincerità!), il grande orgoglio nazionale nato dagli sforzi per combattere il virus da parte di istituzioni e di medici, riconosciuto a livello mondiale, può ora trasformarsi in una grande azione collettiva.

La data è ottimale: 13 settembre 2021. C’è il tempo per progettare un evento mondiale che faccia della cultura italiana il centro di un’attività di tutti gli Stati del pianeta intorno a uno dei massimi poeti della storia mondiale. Come per Shakespeare o per Cervantes, non si tratta solo di celebrare localmente Dante, con quanto si sta progettando a Ravenna e a Firenze, ma di chiedere a tutte le più importanti istituzioni mondiali di costruire un palinsesto unico e memorabile.

Oltre al Dantedì, istituito dal Ministro Franceschini il 25 marzo, oltre ai 400 diversi eventi coordinati da Carlo Ossola, serve un momento unico nella storia della Nazione. Per noi l’«Apocalisse» è quello che sempre deve essere: «Rivelazione» di un mondo nuovo, possibile, in cui si lavora insieme. Perché il futuro è fatto di supercooperazione e di momenti simbolo in cui far convergere tutti gli sforzi collettivi. Siamo la Nazione più desiderata al mondo, nemmeno il Coronavirus potrà spostare questa classifica.

L'autore è un manager specializzato nell’organizzazione culturale; nel 2019 ha diretto gli eventi di Matera Capitale europea della Cultura

MA DOMANI?
Prima utopia: sostegno alla lettura
Seconda utopia: integrazione digitale
Terza utopia: un piano strategico per la cultura


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