Ma domani? Seconda utopia: integrazione digitale

Riflessioni e propositi sui virus del nostro tempo

Paolo Verri |

Seconda utopia, non meno importante ma forse più realizzabile: una forte integrazione tra offerta culturale dal vivo e in digitale. Da tempo si parla anche in Italia di Digital Humanities, ma la sfida non è mai davvero cominciata. È il momento di un grande e corretto dialogo tra pubblico e privato, tra i grandi player del web e il sistema del patrimonio culturale europeo. Con una leva anche in questo caso basata su una tassazione ad hoc e studiando corretti interessi reciproci si potrà promuovere al meglio la qualità artistica e architettonica dei territori grazie a soggetti come Google, Facebook (che vuol dire anche Whatsapp), Airbnb e molti altri.

Il rapporto tra locale e globale è appena avviato e necessita sempre più analisi e proposte. Guardando per un attimo al solo sistema italiano, va rilanciato con fiducia il ruolo della Rai: la recente nomina di Maria Pia Ammirati (come ha ben notato Aldo Grasso) può facilitare una straordinaria convergenza tra le Teche Rai e l’Istituto Luce. Leggere è importante, ma leggere correttamente le immagini ancora di più!

MA DOMANI?
Prima utopia: sostegno alla lettura
Seconda utopia: integrazione digitale
Terza utopia: un piano strategico per la cultura


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