Luminoso de la Tour
La ricchezza dei sentimenti umani più intimi è la cifra del pittore lorenese

Mi propongo di rileggere l’esposizione dedicata a Georges de la Tour, ora in corso a Milano in Palazzo Reale, rivolgendomi a un ideale compagno di visita. Nonostante il battage pubblicitario, è sicuramente molto difficile spiegare al pubblico italiano questo artista così intimamente francese, da considerarsi alla pari di Caravaggio, Velázquez e Rembrandt.
La Tour non lasciò opere in Italia e non stabilì rapporti con nessun artista o committente del nostro Paese, nemmeno a Roma, dove nel Seicento per la verità si registra una particolare apertura verso gli stranieri. Si pensi ai caravaggeschi di Utrecht e agli artisti (Leclerc, Deruet, Callot, Claude Lorrain, Mellin...) provenienti dalla Lorena, sua stessa regione, che per tradizione compivano un viaggio, soprattutto di apprendistato, in Italia.
Il suo catalogo scarsissimo, a causa di moltissime perdite, e la sedimentazione storica troppo breve,
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)