Luca Giordano, una sbalorditiva capacità mimetica

Claudio Strinati recensisce il nuovo studio di Giuseppe Scavizzi sull'«infinito» pittore napoletano

Autoritratto di Luca Giordano in dialogo con il pittore Antonio Palomino, Madrid, Convento dell’Escorial
Claudio Strinati |

Giuseppe Scavizzi presenta una sintesi magistrale scaturita dalla sua prima colossale monografia scritta con Oreste Ferrari nel 1966, poi ampliata in tre volumi editi tra il 1992 e il 2003, e dal volume, con Giuseppe De Vito, su Luca Giordano giovane del 2012, in parte confluito qui.

Ha scritto il libro in inglese traducendoselo sostanzialmente da solo e onorando così al meglio questa sua duplice natura italoamericana in cui una sensibilità di attento osservatore degli aspetti stilistici e concettuali dell’opera d’arte viene con estrema naturalezza coniugata con una altrettanto acuta attenzione ai dati documentari inerenti alla vita dell’artista e alla concreta situazione sociopolitica e culturale degli ambienti in cui si trovò a operare. Nel caso di Giordano questa strategia ripaga ampiamente il lettore che si ritrova a spaziare su un terreno vastissimo.

Luca Giordano è un artista infinito e sembra
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