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Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliA trent’anni dalla scomparsa di Carlo Ludovico Ragghianti (Lucca, 1910-Firenze, 1987), figura cardine della storia dell’arte del Novecento e più che mai significativa nei nostri anni per l’importanza data alla cultura visuale, la Fondazione che reca il suo nome (e quello della moglie Licia), situata nel Complesso monumentale di san Micheletto, ripercorre nella mostra «Una storia d’arte. La Fondazione Ragghianti a Lucca 1981-2017» i contributi scientifici ed espositivi che l’istituzione, nata come centro studi nel 1981, ha promosso e realizzato. Coordinata da Paolo Bolpagni, attuale direttore, la mostra parte dalla figura dello stesso Ragghianti e della moglie, Licia Collobi, e l’intensa attività da loro svolta negli anni Sessanta, con le riviste «Critica d’arte» e «seleARte», i critofilm e le mostre a Palazzo Strozzi su figure quali Frank Lloyd Wright o Alvar Aalto.
La mostra ricca di documenti, con immagini fotografiche molto significative e filmati («è stato difficile scegliere, avremmo voluto metterle tutte», commenta Bolpagni), è fondata proprio sull’interesse dello scavo nell’archivio, evocato, nella sala principale, dall’allestimento con una serie di scatole ripiene di materiale, quasi ci trovassimo a interrompere un lavoro laboratoriale ancora in atto. Seguiamo così l’attività dei direttori, Pier Carlo Santini, Giovanni Fanelli, Vittorio Fagone e Maria Teresa Filieri, ricordata anche dalle mostre realizzate, fin da «Tra il Tirreno e le Apuane» (1990) e «Ruskin e la Toscana» (1993) con appuntamenti memorabili quali «Carlo Ludovico Ragghianti e il carattere cinematografico della visione» (1999-2000), a cura di Marco Scotini; senza dimenticare quelle sui fotografi, tra cui Gabriele Basilico e Ferdinando Scianna (con videointerviste, girate in quell’occasione).
Tra il materiale che testimonia la realizzazione dei vari progetti, schizzi, disegni, tavole, possiamo seguire anche le trasformazioni del Complesso di San Micheletto, rinato grazie alla Fondazione. Tutto il materiale confluirà in un libro a cura di diversi studiosi, di cui questa mostra è, in un certo senso, il prologo. Tra i prossimi appuntamenti della direzione Bolpagni si attende per l’estate la mostra sul concetto di esplorazione del limite e in settembre quella dedicata a Mario Nigro; oltre a conferenze, proiezioni, incontri con gli artisti che mantengono vivo lo spirito della Fondazione.