Lisetta fotografa per capire

Matteo Fochessati |  | Genova

A Palazzo Ducale le foto di Lisetta Carmi, che della sua attività disse: «Ho fotografato per capirmi»

Anni di esercizio alla tastiera, sotto la guida del maestro They, a sua volta allievo di Busoni, l’esordio a Bayreuth e l’avvio di una carriera da concertista. Poi negli anni Sessanta, nel pieno delle rivolte antifasciste di Genova contro i provvedimenti del governo Tambroni, Lisetta Carmi, a cui Palazzo Ducale dedica una grande mostra antologica curata da Giovanni Battista Martini («Ho fotografato per capirmi», Loggia degli Abati, dal 13 novembre al 31 gennaio) prese in mano una macchina fotografica e per vent’anni non l’abbandonò più.

Questa svolta, la prima della sua lunga e intensa vita, la portò in giro per il mondo (America Latina, Israele, Palestina, Afghanistan, India) a documentare le tragedie e le ingiustizie del suo tempo; ma la condusse anche a scoprire e a mettere a nudo i lati più nascosti della sua città natale, Genova.

Non solo fu fotografa di scena del Teatro Duse dal 1961 al 1964, ma offrì anche un volto agli anonimi lavoratori del porto; entrò per la prima volta con un obiettivo fotografico nel cimitero di Staglieno e realizzò il servizio dedicato al mondo emarginato dei travestiti raccolto nel volume del ’70.

Lisetta Carmi aveva iniziato a fotografare guardando alle ricerche di Capa, Cartier-Bresson, Mulas e Dondero, ma ancora di più era stata attirata dalla volontà di offrire la dignità di un’immagine sincera e appassionata agli umili e agli esclusi, lei che come ebrea aveva vissuto in prima persona le persecuzioni razziali. Il desiderio di indagare nelle pieghe più intime dell’umanità la spinse a realizzare la celebre documentazione fotografica di un parto: ancora oggi scioccanti, questi undici scatti sono esposti a fianco delle tante testimonianze del suo peregrinare nel mondo. In mostra anche le foto dell’esordio in Puglia, dove negli anni Settanta è ritornata per fondare un luogo di meditazione induista che ha segnato la fine dell’attività di fotografa. La personale comprende infine i ritratti di personaggi del mondo artistico: Lucio Fontana, Leonardo Sciascia, Claudio Abbado, Carmelo Bene, Lele Luzzati ed Ezra Pound, il cui volto compare in trenta foto vintage esposte in una mostra parallela alla Galleria Martini e Ronchetti, insieme a dodici immagini scattate ad Amsterdam nel ’66 per documentare le attività del movimento di protesta dei Provos. 

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