Libertà è anche un mattoncino colorato

La Lego nega all'artista dissidente Ai Weiwei una ingente fornitura perché non vuole sostenere un'«opera politica».

Nathan Sawaya, «Yellow» © Miam Miam Creative Lab. L'artista statunitense fa tappa a Roma fino al prossimo 14 febbraio con la mostra «The art of the brick»
Guglielmo Gigliotti |

Melbourne e Roma. Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare. Quel mondo fatato dell’infanzia che evoca già solo la parola Lego, si è trasformato in un campo di battaglia per la libertà di espressione, anche artistica.

La grande società danese di mattoncini incastrabili ha infatti negato all’artista cinese Ai Weiwei la possibilità di acquisto di grandi ordinativi di mattoncini. L’artista dissidente, dopo quasi tre mesi di carcere cinese subito nel 2011 e quattro anni di sorveglianza speciale, stava lavorando a un progetto di mostra presso la National Gallery of Victoria di Melbourne, in Australia, che prevedeva l’uso di milioni di piccoli parallelepipedi di plastica, come in una mostra attualmente aperta ad Alcatraz negli Usa, dove con i Lego Ai Weiwei ha composto i volti di 175 prigionieri politici cinesi. Ma la Lego sta progettando di edificare un parco Legoland a Shanghai. E poi
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(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata Sui social media migliaia di persone hanno espresso sostegno ad Ai Weiwei. La foto che accompagna questo articolo è stata pubblicata su Twitter da @BellTree127
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