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Richard Mosse, «Grand Voyager Sunni Triangle», 2009. © Richard Mosse. Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York.

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Richard Mosse, «Grand Voyager Sunni Triangle», 2009. © Richard Mosse. Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York.

Le varie nature della fotografia

Chiara Coronelli

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Come sempre impegnata a cercare «la possibilità, attraverso l’immagine, di guardare al mondo come non lo si è mai fatto prima», secondo l’insegnamento di Ghirri, Fotografia Europea compie dieci anni ed è attesa a Reggio Emilia a partire dal 15 maggio. Concepita in sinergia con Expo 2015, la X edizione di Fotografia Europea si intitola «Effetto Terra» e si concentra sull’indagine intorno al rapporto tra l’uomo e il pianeta, e alla capacità rappresentativa della fotografia tra valore documentario e artistico, sociale ed estetico, secondo il consueto approccio interdisciplinare. Il nuovo comitato scientifico, composto da Elio Grazioli, Walter Guadagnini e Diane Dufour, ha disegnato l’ossatura della manifestazione in una ventina di grandi mostre raggruppate in cinque capitoli, cui si aggiungono le oltre 250 esposizioni previste dal Circuito Off. 

Palazzo da Mosto, nuova sede oltre a quelle già note che il Comune mette a disposizione, farà da cornice a «No Man Nature» la collettiva curata dai tre commissari, quasi manifesto dell’intero festival. Quindici gli artisti coinvolti, con grandi nomi tra i quali Darren Almond, Thomas Ruff, Carlo Valsecchi, Richard Mosse, Pierluigi Fresia, Mishka Henner, Ange Leccia e rivelazioni per l’Italia come Stephen Gill, Batia Suter, Helmut Volter: a loro il compito di ipotizzare una natura senza l’uomo, e un uomo che rinuncia alla natura, mentre si moltiplicano le domande sul senso di quella che crediamo realtà, sulla capacità della Terra di assicurarci ancora l’esistenza e sulla possibilità di fare previsioni.

Proverà a fornire qualche risposta l’agenzia olandese Noor, invitata al progetto Host di quest’anno, con «Climate Change: consequences and solutions», collettiva dei suoi fotografi curata da Laura Serani. Per «Reinventare il mondo» ci si può invece affidare a Olivo Barbieri che nelle 198 immagini a colori di «Ersatz Lights. Case Study #1 East West», col coordinamento di Laura Gasparini, rintraccia trent’anni  di luce artificiale, tema primario della sua ormai lunga ricerca. Mentre a «Rinarrare l’uomo» ci sono anche la storia delle tecnologie nucleari dalla Guerra Fredda a oggi, vista da Jules Spinatsch in «Asynchronous», curata da Daniele De Luigi; la decadenza della metropoli statunitense ripercorsa in «Found Photos in Detroit» da Arianna Arca e Luca Santese; e i primi 50 anni di attività dell’Arcispedale Santa Maria Nuova, nuovo partner di Fotografia Europea, raccontati da Alessandra Calò.

A proposito di «Investigare il mondo» si trova la panoramica di «Natura e paesaggio nelle collezioni della Fototeca della Biblioteca Panizzi»; mentre ai due estremi di «Uomo/Natura» ci sono Erik Kessels e Joan Fontcuberta. In «Unfinished Father» Kessels espone le fotografie del padre, restauratore di Fiat Topolino, mentre lavora prima di essere colpito da un ictus che gli impedirà di portare a termine l’opera. Al genio dell’artista catalano l’ultima parola, non solo per aver interpretato il percorso della collezione Spallanzani riconfigurandone l’ossessione tassonomica in «Fauna Secreta»; ma soprattutto per la chiusura del cerchio che si realizza nel suo «Gastropoda»: l’idea gli viene dalle lumache zigrino che trova nella cassetta della posta a mangiare gli inviti delle gallerie e dei musei. «Ho pensato che le immagini, come tutti gli organismi viventi, nascono, si sviluppano, fanno il loro corso per poi decadere e morire». Incontri, workshop e spettacoli si concentrano nelle giornate inaugurali, mentre le mostre restano aperte fino al 26 luglio (info: fotografiaeuropea.it).

Richard Mosse, «Grand Voyager Sunni Triangle», 2009. © Richard Mosse. Courtesy of the artist and Jack Shainman Gallery, New York.

Chiara Coronelli, 04 maggio 2015 | © Riproduzione riservata

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