Le topografie della modernità

Al Man la prima antologica italiana dell’americana Berenice Abbott

Chiara Coronelli |  | Nuoro

Riprende il ciclo che il Man sta dedicando alla Street Photography, e dopo Vivian Maier e Garry Winogrand (cfr. n. 355, lug.-ago. ’15, p. 45 e n. 366, lu.-ago. ’16, p. 41) è la volta di Berenice Abbott. Curata da Anne Morin, «Berenice Abbott. Topografie» è la prima antologica che l’Italia dedica alla fotografa americana, della quale il museo espone dal 17 febbraio al 31 maggio ottantadue stampe originali, datate tra la metà degli anni Venti e i primi Sessanta, e suddivise nei tre capitoli «Ritratti», «New York» e «Fotografie scientifiche».

Curiosa e volitiva, indipendente e spregiudicata nel seguire le proprie passioni, oltre che dichiaratamente lesbica, la Abbott (1898-1991) nasce a Springfield, in Ohio, e nel 1918 si sposta a New York in una grande casa del Greenwich Village che ospita scrittori, filosofi e anarchici. Mentre segue i corsi di scultura incontra Man Ray e nel 1921 lo segue a
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata
Altri articoli di Chiara Coronelli