Le principali aperture del 2023: finalmente l’anno del museo egiziano

Dopo le numerose inaugurazioni degli scorsi anni, nel 2023 dovremmo vedere l’attesa e più volte annunciata apertura del Grand Egyptian Museum di Giza. Costato un miliardo di dollari, sarà il più grande museo archeologico al mondo

Il Grand Egyptian Museum di Giza, in costruzione da più di vent’anni © Grand Egyptian Museum
Martini, Bosco, De Micco, Foradini, Petretto, The Art Newspaper |

Varie città. Dopo anni di grandi inaugurazioni (o riaperture dopo attesi e consistenti restauri) il 2023 si annuncia in tono minore, soprattutto sul fronte dei nuovi edifici affidati alla firma dei grandi nomi dell’architettura. Se il 2021 era stato l’anno del Munch Museet di Oslo, dell’M+ di Hong Kong e del GES-2 di Mosca, e il 2022 quello dei nuovi Nasjonalmuseet di Oslo (museo dell’anno per «Il Giornale dell’Arte») e dell’Hong Kong Palace Museum, l’anno appena iniziato potrebbe vedere (finalmente) l’apertura del Grand Egyptian Museum di Giza, in Egitto.

Più volte annunciato (in ultima battuta, era previsto per lo scorso novembre), una volta aperto sarà il più grande museo al mondo, per l’esorbitante costo di un miliardo di dollari dichiarati. I ritardi hanno afflitto il progetto affidato agli architetti irlandesi Heneghan Peng: la prima pietra è stata posta 20 anni fa, la primavera araba e il Covid-19 hanno ulteriormente rallentato le cose. «Finito al 99%» in ottobre, sarà il più grande museo al mondo dedicato a una singola civiltà, con 100mila antichi manufatti egizi a ridosso delle piramidi. Al cospetto di opere antiche di millenni, che cos’è un’attesa di qualche mese in più?

Negli Stati Uniti, il museo Albright-Knox di Buffalo cambia nome in seguito all’ampliamento (progetto Oma di Rem Koolhaas) permesso dalla generosissima donazione (65 milioni di dollari sui 230 necessari) del finanziere di Los Angeles Jeffrey Gundlach, al suo primo impegno in campo culturale. Dal 25 maggio il nuovo museo aggiungerà quindi l’iniziale del suo cognome e si chiamerà Buffalo AKG Art Museum.

In Gran Bretagna, è prevista in febbraio la riapertura del Manchester Museum, dopo i lavori a firma dello studio Purcell (17 milioni di euro). Ma le attese sono soprattutto rivolte alla riapertura della National Portrait Gallery (Npg) di Londra dopo tre anni impegnati nel progetto edilizio «più trasformativo» della sua storia, secondo il direttore Nicholas Cullinan, affidato a Jamie Fobert Architects: prevede il cambio dell’ingresso e nuove sale nell’ala est, prima adibita a uffici. Le gallerie del primo piano saranno ribattezzate Blavatnik Wing (10 milioni di sterline sono stati donati dalla fondazione del britannico-americano Leonard Blavatnik). La collezione sarà completamente riallestita.

In Francia, la Cité internationale de la langue française annuncia la sua apertura in giugno nel castello di Villiers-Cotterêtes, in Piccardia, dopo un enorme cantiere di restauro. Sarà «il» progetto culturale del presidente Macron e dovrà quindi essere all’altezza dei «grands travaux» dei suoi precedessori come Pompidou, Mitterrand e Chirac. Gestito dal Centre des monuments nationaux a cui è affidata la programmazione culturale, accoglierà (su 1.600 metri quadrati di superificie) collezioni permanenti e grandi mostre temporanee interamente dedicate alla lingua francese e al mondo francofono, oltre a spazi per attività, residenze, ricerca a didattica.

Sul fronte privato, l’imprenditore dei call center Frédéric Jousset (fondatore del premio Art Explora) apre, si dice in marzo, l’Hangar Y a Meudon, vicino a Parigi. Sempre nel corso dell’anno (ma si segnalano ritardi) dovrebbe inaugurare anche la Maison Lvmh/Arts-Talents, nell’ex Musée des Arts et Traditions Populaires a Boulogne, vicino alla Fondation Louis Vuitton: il collezionista e imprenditore del lusso Bernard Arnault punta a occupare l’intero quartiere. Restaurato su progetto di Frank Gehry (già autore della Fondation Vuitton), sarà dedicato ai mestieri dell’arte e dell’artigianato.

In Germania (dove da tempo molti annunci di inaugurazioni vengono disattesi....) c’è molta attesa per la sede di Berlino del Fotografiska, il museo svedese di fotografia che dovrebbe aprire entro il primo trimestre del 2023 nell’ex Tacheles, restaurato da Herzog & De Meuron. Sempre nella capitale tedesca, è prevista per il primo quadrimestre l’inaugurazione del nuovo Museo/Bauhaus Archiv su progetto di Staab Architekten.

A Colonia, sarà l’anno del MiQua, Museo ebraico LVR nel quartiere archeologico della città: ma dall’appuntamento fissato per metà 2023, l’apertura è già slittata a fine anno. A Monaco di Baviera il nuovo Museo Bavarese di Storia Naturale «Biotopia» sarà estensione del Museum Mensch und Natur (Museo uomo e natura), nello Schloss Nymphenburg.

In Spagna, a Barcellona, aprirà a breve (forse a marzo) il Museo dell’Arte proibita, il coraggioso progetto di Tatxo Benet dedicato all’arte vittima di censura. In Polonia si attende per maggio il nuovo Muzeum Sztuki Nowoczesnej w Warszawie (Museo di arte moderna di Varsavia) e in Austria, per dicembre, il Wien Museum, dopo un radicale intervento di ampliamento e restauro.

Non è particolarmente brillante il panorama in Italia. Nessun grande nuovo museo ma qualche attesa riapertura. Appena riallestite l’Accademia Carrara e il Museo del Risorgimento «Leonessa d’Italia» a Bergamo e Brescia, capitali italiane della Cultura 2023. In febbraio è la volta di Palazzo dei Diamanti a Ferrara, chiuso da aprile 2021 e riconfigurato dallo Studio Labics.

Chiuso dal lontano 2013, riaprirà (dopo 10 anni!) il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino. Tutto nuovo sarà il Museo della Moda e del Costume di Firenze: ripensamento ed «evoluzione» della Galleria del Costume, troverà sede sempre a Palazzo Pitti, nella Palazzina della Meridiana. Come la Francia, infine, anche l’Italia avrà un museo dedicato alla propria lingua: il Museo nazionale dell’italiano (ovviamente a Firenze, per bagnare i panni in Arno...) sorgerà nel complesso di Santa Maria Novella, dove il cantiere è partito nel 2021. Grandi speranze, infine, ma nessuna certezza per l’inaugurazione di Palazzo Citterio a Milano, possibile e attesissimo completamento della Grande Brera con le collezioni d’arte moderna.

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